Usa: la spia russa Maria Butina si dichiarerà colpevole

Maria Butina con un ombrello in spalla a forma di fucile.
Arrestata in USA Maria Butina, sospetta spia di Putin e pedina del Russiagate

WASHINGTON. – Svolta nell’inchiesta su Maria Butina, la presunta ‘spia’ russa arrestata lo scorso luglio con l’accusa di aver agito senza registrarsi come agente del governo di Mosca tentando di infiltrare la Nra, la potente lobby delle armi, ed altri gruppi conservatori Usa. La donna, 30 anni, capelli rossi come la più nota 007 russa Anna Chapman, ha chiesto di cambiare la sua dichiarazione di non colpevolezza, dopo un accordo raggiunto tra i suoi avvocati e i procuratori di Washington. L’udienza potrebbe essere fissata già per domani.

La Butina è pronta quindi ad ammettere le sue responsabilità, attenuando una condanna sino a 15 anni. Si tratta di un filone distinto dalle indagini sul Russiagate del procuratore speciale Robert Mueller, ma potrebbe gettare nuova luce sui multiformi tentativi di Mosca di influenzare le elezioni americane e di sostenere Trump, proprio mentre i media Usa rivelano che i russi ebbero contatti con almeno 16 collaboratori del tycoon durante la campagna elettorale e nel periodo di transizione.

L’arresto della Butina, arrivato pochi giorni dopo il controverso vertice di Helsinki fra Trump e Putin, aveva sollevato le proteste di Mosca riaccendendo le tensioni diplomatiche tra i due Paesi. La donna, giunta nella capitale Usa come studente universitaria, è accusata di aver ‘manovrato’ sotto la guida di Alexander Torshin, un ex senatore poi diventato vice governatore della Banca centrale russa, dapprima coinvolto in una vicenda di riciclaggio mafioso in Spagna e poi finito sotto sanzioni Usa. Entrambi sono membri a vita della Nra, che avrebbero tentato di usare come leva per spingere l’agenda russa.

Lo scorso maggio la commissione intelligence del Senato aveva diffuso un rapporto in cui affermava di aver ricevuto numerosi documenti indicanti che il Cremlino aveva usato la Nra come mezzo per avvicinare e sostenere Trump attraverso Torshin e Butina e che potrebbe aver usato l’associazione per finanziare segretamente la campagna del tycoon. Butina tentò anche di organizzare un incontro fra Trump e Torshin alla convention Nra nel maggio del 2016, ma il suo mentore dovette accontentarsi di parlare col primogenito del tycoon. “I tuoi ammiratori ti stanno già chiedendo l’autografo? Hai superato Anna Chapman”, le scrisse dopo una serie di articoli in cui veniva citata.

Intanto Trump, alle prese con la sostituzione del capo dello staff John Kelly dopo l’inatteso rifiuto del favorito Nick Ayers, respinge non solo ogni ipotesi di collusione ma anche di aver violato la legge elettorale comprando il silenzio della pornostar Stormy Daniels e dell’ex coniglietta di Playboy in campagna elettorale: “una semplice transazione privata”, twitta, altrimenti al massimo è una causa civile ma, avverte, la responsabilità sarebbe del suo ex avvocato Michael Cohen.

(di Claudio Salvalaggio/ANSA)

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