Manovra a Eurogruppo, prosegue il cammino per la procedura

Il portoghese Mario Centeno, presidente dell'Eurogruppo.
Il portoghese Mario Centeno, presidente dell'Eurogruppo.

BRUXELLES. – Da una parte la trattativa Roma-Bruxelles, dall’altra l’iter della procedura per debito eccessivo che va avanti per la sua strada: all’Eurogruppo di lunedì si discute di nuovo della manovra italiana, con la conferma della linea della Commissione che a questo punto è pronta da un momento all’altro ad aprire ufficialmente l’infrazione.

I tempi per concludere la trattativa si accorciano sempre di più. La data più plausibile, a meno di passi in avanti nella trattativa con il Governo italiano, è quella di mercoledì 19 dicembre, giorno dell’ ultima riunione della Commissione per il 2018 ma un appuntamento da tenere presente è quello del vertice Ue del 13 e 14 dicembre quando il premier Conte incontrerà nuovamente Juncker.

Intanto i ministri dell’economia della zona euro si confronteranno sull’opinione finale della Ue sulla manovra 2019, e ribadiranno il loro sostegno ai commissari anche nelle conclusioni. Tecnicamente, però, non è un passaggio necessario: per far proseguire il cammino della procedura avviato dalla Commissione il 21 novembre, basta l’opinione messa nero su bianco dagli sherpa dell’Ecofin (Efc) giovedì scorso.

Nel documento ufficiale, i rappresentanti del Tesoro dei Paesi della zona euro non solo confermavano le affermazioni della Commissione sulla deviazione troppo ampia dei conti italiani, ma aggiungevano una dura critica alla riforma delle pensioni, perché da sola mette i conti a rischio sostenibilità nel medio-lungo periodo. E va contro tutte le riforme fatte finora, che invece hanno messo in sicurezza le finanze pubbliche.

I tecnici hanno anche aggiunto un passaggio sull’ ‘aggravante’ compiuto dal Governo italiano quando ha rinviato lo stesso Documento programmatico di bilancio nonostante gli fosse stata richiesta una revisione dei target di deficit, debito e crescita.

Con l’opinione dell’Efc la Commissione ha la base legale per fare il prossimo passo: raccomandare l’apertura della procedura vera e propria. Anche questo dovrà poi passare al vaglio dell’Ecofin. L’idea di Bruxelles è aspettare il vertice europeo del 13-14 dicembre, che approverà le opinioni sulle manovre come fatto dall’Eurogruppo, per avere anche il sostegno dei leader. A quel punto, il 19 potrebbe lanciare la procedura: una richiesta di correzione dei conti entro sei mesi, e un calendario delle correzioni successive fino al rientro della deviazione.

Anni di gabbia sui conti pubblici italiani. La Commissione spera che, una volta visto in faccia quello che aspetta l’Italia sotto procedura, il Parlamento italiano possa rifiutarsi di approvare la manovra e si possano cambiare i target in corsa. E’ l’ultima leva che ha Bruxelles.

Se non servisse nemmeno questa, il 22 gennaio sarà l’Ecofin a schiacciare il bottone della procedura: un processo irreversibile, almeno fino a quando l’Italia non rientrerà dalla deviazione cioè non rispetterà la regola del debito per due anni consecutivi.

Una volta avviata, la procedura potrebbe durare anni. Anni di controlli semestrali della Commissione, che indica i target da raggiungere e invia i suoi tecnici al Tesoro per verificare se il Paese fa quanto stabilito dalla Ue. Perché in caso di negligenza, scattano le sanzioni pecuniarie e lo stop dei fondi.

(di Chiara De Felice/ANSA)

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