Nel palazzo dei tumori: “Qui morte intere famiglie”

Il palazzo della morte di via Archimede 16, nel quartiere Japigia di Bari
Il palazzo della morte di via Archimede 16, nel quartiere Japigia di Bari

BARI. – “Per noi è stata un’odissea. Ora vogliamo giustizia”: lo gridano i residenti di via Archimede 16, nel quartiere Japigia di Bari, dove, 30 anni fa, esisteva una discarica dalla quale esalavano fumi e cattivo odore. E, soprattutto, si scatenavano fuochi nocivi. Qui le persone ricordano bene quegli anni, ricordano amici e familiari morti a causa di tumori provocati, secondo la Procura, proprio dalle sostanza cancerogene sprigionate dai roghi nell’ex discarica comunale di via Caldarola, oggi una montagnetta trasformata in giardino.

Qui, raccontano, sono morte intere famiglie, sterminate dal tumore. La magistratura barese ha accertato che 21 casi di tumore, alcuni dei quali diagnosticati negli ultimi anni e attualmente in cura, sarebbero collegati alla discarica. Tutte le vittime abitavano nella stessa palazzina, esposta ai venti che dal cumulo di spazzatura trasportavano diossine verso il mare, attraversando le loro case.

La signora Teresa, in cura anche lei per una neoplasia, ha perso anni fa suo marito Pietro per un tumore. “Quando siamo venuti ad abitare qui, quasi trent’anni fa, – racconta ai giornalisti – vedevamo uscire il fumo dalla montagna”. Lo stesso ricordo della signora Veronica, che abita in una palazzina lì vicino. “La sera vedevamo i fumi dal terreno, poi hanno fatto la pineta. Non eravamo preoccupati – dice – perché le persone dicevano che venivano dalla discarica e che l’avrebbero aggiustata. Da quando poi hanno fatto la pineta non esce più niente”.

“Qui sono morte famiglie intere”, dice la signora Francesca, che ha perso suo marito Vincenzo. “La discarica me la ricordo bene, – racconta – con i camion che scaricavano continuamente immondizia fino a farne una montagna. Qualche volta si sentiva cattivo odore, nelle giornate umide, e a volte si sente ancora”. Mariana nella palazzina di via Archimede 16, dove ancora abita con la propria famiglia, ha perso il padre 20 anni fa e la madre due anni fa.

“Vogliamo giustizia. – dice Mariana – Dicono che oggi non c’è più pericolo ma vogliamo sapere se stiamo davvero al sicuro”. Tra gli inquilini c’è anche chi a questa ipotesi dei tumori causati dalla discarica non crede. “È impossibile – dice il signor Giovanni – che una diossina mossa dal vento prenda solo questa palazzina, per me non può essere. Qui sono morte delle persone come muoiono da tutte le parti. Io sto qui da quarant’anni: secondo me la discarica non ha niente a che fare con i tumori”.

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