Reddito di cittadinanza alle imprese, clausola “anti-nero”

Operai lavorando in una piccola officina meccanica. Reddito
Una piccola officina meccanica (foto archivio)

ROMA. – Reddito di cittadinanza non solo ai disoccupati ma anche alle imprese, sotto forma di incentivo all’assunzione. Sarebbe questa la soluzione su cui M5S e Lega sarebbero pronte a convergere per tradurre in pratica una delle misure cardine del programma di governo.

Nonostante il reddito sia da sempre la bandiera del Movimento, il partito di Matteo Salvini è infatti voluto intervenire per evitare che il sostegno si traducesse – e fosse percepito dall’opinione pubblica – in una forma di assistenzialismo improduttivo, a favore di quelli che qualcuno ha già identificato come “fannulloni” o dei lavoratori in nero pronti ad assorbire nuove forme di sussidio.

Un rischio che anche i pentastellati hanno sempre voluto allontanare, cercando quindi di definire concretamente le norme nel modo più adatto ad evitare di lasciare i potenziali lavoratori “sul divano” o nel mondo del sommerso. L’idea iniziale targata Lega è stata formalizzata in questi giorni dal sottosegretario alle Infrastrutture, Armando Siri, convinto della necessità di attribuire le risorse alle imprese per stimolare formazione e occupazione.

Il lavoro comune con il sottosegretario al Welfare, anche lui leghista, Claudio Durigon, con il sottosegretario 5S al Mef, Laura Castelli, e con gli altri esponenti del Movimento, sembra ora aver portato ad un compromesso accettabile per entrambe le parti, confermato anche dal capogruppo 5 Stelle al Senato, Stefano Patuanelli. Il reddito sarà distribuito come previsto a chi ne ha necessità, arrivando fino ad un massimo di 780 euro mensili, che assorbiranno il reddito di inclusione e la Naspi (la Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego, ovvero l’indennità mensile per eventi di disoccupazione involontaria, ndr), se già percepiti.

Volendo però affiancare al sostegno contro la povertà anche la spinta alla formazione e alla riqualificazione occupazionale, si punterà ad incentivare le aziende a creare lavoro, destinando, sotto forma di sgravio fiscale, tre mensilità del reddito a chi assume a tempo indeterminato i beneficiari della misura. Si verrebbe così incontro anche alle richieste di Confindustria, favorevole a delineare il reddito non come strumento di pura assistenza ma come una sorta di “ponte” verso il mondo delle imprese.

Si tratta ora di capire se la soluzione individuata potrà rientrare nella manovra nel corso dell’iter parlamentare o se sarà oggetto di un provvedimento ad hoc. Con ogni probabilità sarà scelta la seconda strada, come previsto, affidando l’entrata in vigore del reddito ad un decreto in arrivo forse a gennaio. Non è escluso invece che la via dell’emendamento parlamentare sia quella prescelta per avviare quota 100 sulle pensioni.

(di Mila Onder/ANSA)

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