Pini caduti nel Bellunese per le case dei terremotati

Progetto per recupero 'solidale' foreste rase al suolo dal vento nel Bellunese
Progetto per recupero 'solidale' foreste rase al suolo dal vento

BELLUNO. – Nord e Centro Italia colpiti da disastri naturali potrebbero trovare una soluzione comune ai loro problemi, nel segno dell’ecocompatibilità ma soprattutto della solidarietà, recuperando il legno dei 100mila ettari di foreste cancellate nel bellunese per ricostruire, a centinaia di chilometri di distanza, le case rase al suolo dal terremoto. L’dea di un’economia solidale e ‘verde’ parte dal Centro scuola servizi legno di Belluno, specializzato nella formazione degli addetti per l’utilizzo dei boschi ma anche nella sicurezza e progettualità della gestione del patrimonio arboreo.

La proposta è stata formulata con una lettera inviata ad esponenti politici nazionali e locali nel tentativo di trovare l’attenzione necessaria per realizzare una ‘cabina di regia’ che coniughi solidarietà e rilancio economico delle zone colpite dai disastri naturali. Secondo il Centro, è necessario reperire le risorse per il recupero del legno caduto al suolo a causa delle raffiche di vento ma anche scegliere il tipo di lavorazione da avviare rispondendo da una domanda che va dalla coibentazione di strutture fino alla realizzazione di infissi e suppellettili. Il tutto con il concorso, dal punto di vista della ‘domanda’, da parte delle istituzioni delle località colpite dal sisma del Centro d’Italia.

“Non tutti gli alberi sono recuperabili ma quelli che si possono salvare – dice Michele Palo, direttore del Centro – vanno utilizzati per evitare che vengano aggrediti dai parassiti. Un’emergenza che a nostro modo di vedere può essere affrontata andando a ricostruire dove serve e ben sappiamo quanti ritardi ci siano nelle zone terremotate: il legno è il materiale più pratico e veloce da utilizzare”.

Per Palo ecco che la solidarietà diventa “una possibile filiera anche perché per lavorare il legno; aziende ce ne sono in Veneto ma anche nelle Marche e Abruzzo”. “Non sono molte – conclude – ma almeno iniziamo ad affrontare due problemi, il recupero degli alberi e l’abitabilità, in un’ottica futura che veda la nascita di una nuova filiera produttiva di grande qualità”.

L’assenso alla proposta in Veneto supera gli schieramenti politici: tutti si dicono d’accordo a cominciare da due dei destinatari della missiva, il parlamentare del Pd, Roger De Menech, e il consigliere regionale di Fi Dario Bond. Per De Menech “si sposa l’emergenza con la solidarietà” ma anche “si stimola un comparto, quello del legno che ha grandi potenzialità ma che è al momento debole”.

“Per il Veneto – aggiunge – l’interesse diventa oltre che per la solidarietà anche economico perché va a creare una filiera produttiva”. Bond approva “il mix tra economia, solidarietà e corretto utilizzo del territorio”. “Ci vuole una regia – rileva – per capire, da una parte, se gli ‘ospitanti’ accettino il prodotto e, dall’altra, se c’è la tecnologia per sviluppare questa idea perché è un meccanismo decisamente complesso”.

(di Alberto Boccanegra/ANSA)

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