Azzurri, Mancini arma il tridente contro il Portogallo

Roberto Mancini e Lorenzo Insigne durante l'allenamento a Coverciano. ANSA/CLAUDIO GIOVANNINI
Roberto Mancini e Lorenzo Insigne durante l'allenamento a Coverciano. ANSA/CLAUDIO GIOVANNINI

FIRENZE.- Immobile o Berardi. Sarà uno di loro a sostituire Bernardeschi nel tridente azzurro contro i campioni d’Europa del Portogallo sabato prossimo a Milano, in una gara valida per la Nations League. Roberto Mancini ha fatto varie esercitazioni tecnico-tattiche ruotando i propri giocatori e in particolare gli attaccanti: schierato sempre titolare nelle ultime due partite contro Ucraina e Polonia, il giocatore della Juve ha invece dovuto stavolta dare forfait per un problema muscolare agli adduttori che lo ha costretto a lasciare Coverciano.

A questo punto è scattata la caccia al possibile sostituto: il ct azzurro sta testando Immobile insieme a Insigne (i due hanno giocato insieme a Pescara), e a Chiesa annunciati anche sabato nella formazione titolare. Ma resta in piedi anche la candidatura di Berardi che nel Sassuolo è tornato a giocare a buoni livelli.

Il ballottaggio, nel tridente con Chiesa e Insigne (quest’ultimo sottoposto a controlli antidoping a sorpresa insieme a Florenzi e Pellegrini) sembra riguardare dunque quest’ultimo e l’attaccante della Lazio, con Politano possibile alternativa. Appare al momento più defilata la posizione di Pavoletti anche perché è alle prese con un fastidio muscolare che dopo i controlli di rito lo ha portato a svolgere un lavoro differenziato.

Chiunque andrà in campo sabato tra gli azzurri, per cercare di conquistare il primo posto del proprio girone, quel che più conterà sarà ritrovare con continuità il gol, cosa che all’Italia negli ultimi tempi è mancata. Non sembrano esserci sorprese a centrocampo e in difesa.

Intanto sta crescendo l’attesa a Milano per la sfida contro il Portogallo pur privo ancora di Ronaldo che sarà arbitrata dall’olandese Makkelie: già venduti finora 62.000 biglietti, di cui 8.500 saranno distribuiti alle società professioniste e dilettanti e alle scuole calcio della Lombardia.

Una spinta e un sostegno al lavoro sui giovani fatto da Mancini vengono intanto da uno dei suoi predecessori, Arrigo Sacchi: “Bisogna essere fiduciosi in un Paese sfiduciato. Il pessimismo non porta nulla, se non alla disgregazione. Serve ottimismo, crederci e investire un po’ di più sui tanti giovani che abbiamo”.

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