Raggiunto l’accordo su Brexit, dal confine irlandese ai visti

Un ragazzo sventola la bandiera dell'Europa in opposizione a quelle del Brexit. No deal
Un ragazzo sventola la bandiera dell'Europa in opposizione a quelle del Brexit.

BRUXELLES. – Un’architettura con tre opzioni: è l’edificio costruito dai negoziatori di Londra e Bruxelles per risolvere il nodo delle frontiere irlandesi, il punto che ha tenuto in scacco la trattativa sulla Brexit per mesi, con il backstop, il meccanismo di garanzia dello status quo (preteso dall’Ue e avversato da Londra), ora ben ‘camuffato’ nelle maglie del testo. Un’operazione che lo rende meno evidente agli occhi degli ultrà ‘brexiteers’, i quali per settimane hanno spinto per un ammutinamento dei ministri del gabinetto May.

Per addolcire la pillola, la Commissione europea ha di recente proposto la modifica del regolamento sui visti prevedendo l’esenzione dall’obbligo, per i cittadini britannici, per permanenze brevi nell’Unione – fino a 90 giorni, in un periodo di sei mesi – a patto che il Regno Unito faccia altrettanto.

La prima opzione dell’intesa sul tavolo relativa ai confini dell’Irlanda prevede che la soluzione sia contenuta nell’accordo sulle relazioni future tra Unione e Gran Bretagna. Si eviterà così il ripristino di barriere fisiche e controlli alle frontiere irlandesi. Ma se il periodo di transizione – attualmente previsto in 21 mesi, dal 29 marzo 2019 al dicembre 2020 – non dovesse essere sufficiente per raggiungere un’intesa sulla partnership futura tra i 27 e il Regno Unito, i negoziatori potranno ottenere tempo supplementare per trattare.

Nel caso in cui le opzioni precedenti non dovessero essere sufficienti, allora entrerà in vigore il backstop. Ma per evitare il sorgere di barriere fisiche e controlli – questa volta tra Gran Bretagna e Irlanda del Nord – è stata prevista una forma ‘ad hoc’ di permanenza del Regno Unito nell’unione doganale, fino a quando sarà trovata una soluzione per le frontiere irlandesi. In questo periodo Londra potrà comunque negoziare e stringere accordi commerciali con i Paesi terzi, ma sarà tenuta a seguire la politica dei dazi dell’Ue, così come dovrà essere allineata alle regole in materia di concorrenza e aiuti di stato.

A dare il via libera sul ritiro della Gran Bretagna dall’unione doganale sarà un ‘comitato arbitrale’, al quale partecipano anche Paesi terzi, in veste di garanti neutrali. Proprio quest’ultimo aspetto, secondo indiscrezioni, sarebbe stato tra i punti che ha portato alla quadratura del cerchio.

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