Conte gioca la carta Libia in Ue e apre ad Haftar

Foto dela stretta di mano tra il generale Haftar e Al Sarraj davanti al premier italiano Conte. Libia
Si conclude con la foto dela stretta di mano tra l'uomo forte della Cirenaica, il generale Haftar, e il capo del governo di unità nazionale Al Sarraj davanti al premier italiano Conte la Conferenza sulla Libia di Palermo. (ANSA)

PALERMO. – Un “servizio” all’Ue e un’apertura al generale Khalifa Haftar e all’asse russo-egiziano che sostiene l’uomo forte della Cirenaica. La conferenza di Palermo porta al cospetto di Palazzo Chigi, e a prescindere dal suo esito, innanzitutto queste due novità.

La prima vede Giuseppe Conte condurre, anche agli occhi di un’Europa quasi allarmata sui conti, da M5S e Lega, un’iniziativa che vede proprio il capo del governo protagonista, a dispetto dei suoi vice Luigi Di Maio e Matteo Salvini. Si tratta, peraltro, della prima iniziativa diplomatica targata giallo-verde e vede – questa la seconda novità, sul piano internazionale – l’impronta delle buone relazioni tra gli alleati di governo e Mosca.

Al di là delle cortesie diplomatiche, delle indiscrezioni e delle smentite, sembra evidente che sia Haftar, l’uomo sostenuto dall’asse Il Cairo-Mosca ma anche da Parigi, la “star” della Conferenza di Palermo. Con il suo gioco di presenze e assenze – come quando, mentre lascia Villa Igiea prima dell’inizio della conferenza le telecamere nel cortile dell’albergo sono allontanate per qualche minuto – il generale della Cirenaica ottiene in fondo il suo obiettivo principale: trattare, in un vertice ristretto con il leader-rivale Fayez Sarraj e al cospetto di Conte, Medevedev, Sisi, Tusk, Le Drian e dei partner nordafricani, la sua leadership sull’unificazione dell’esercito libico.

Un’unificazione che anche il governo di Accordo di unità nazionale ritiene necessaria e opportuna prima che si arrivi al voto. Conte, dal canto suo, incassa la stretta di mano tra Sarraj e Haftar e, forse, segna un punto in più rispetto alla conferenza di maggio di Parigi: che a “sorvegliare” la stretta siano i rappresentanti di più alto livello di buona parte dei Paesi interessati al dossier libico.

Qualcuno durante l’incontro, sottolineano fonti diplomatiche dopo la riunione ristretta, senza citare il summit di Parigi nota “sorrisi ben più ampi rispetto ad altri contesti” mentre dalla Russia arriva la chiara investitura all’iniziativa italiana e da fonti del governo si bolla come “insensato” il presentare, nei giorni scorsi, la conferenza come un fallimento.

Sul piano pratico, per la Libia nel breve periodo non cambia molto. La road map resta quella dell’Onu, che l’Italia ribadisce essere “stella polare” del piano di stabilizzazione della Libia. Nel corso della conferenza di parla invece soprattutto di sicurezza ed economia. Perché gli interessi italiani in Libia restano diversi e potenzialmente proficui ed anche per questo, al fotofinish, Francia e Italia siglano una sorta di “tregua” sul dossier libico. Ma il tempo stringe.

Fonti libiche sottolineano l’urgenza della formazione per i corpi di polizia, di velocizzare le procedure dei visti per l’Italia e di investire anche in cultura. Il tema, si sottolinea, è che nei primi mesi del nuovo governo, la cooperazione si è inceppata. Come sull’ambasciatore Giuseppe Perrone, richiamato in Italia dopo le sue parole sulla data del voto in Libia sebbene, sottolinea la fonte tripolina “né il governo libico né Haftar avessero qualcosa contro di lui”.

(dell’inviato Michele Esposito/ANSA)

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