Negli Usa lo Ius soli è un diritto storico dal 1868

Marcia per i diritti dei "latinos" che vivono in Usa. Ius soli
Marcia per i diritti dei "latinos" che vivono in Usa.

WASHINGTON. – Negli Usa lo ius soli che Donald Trump vuole abolire ha radici antiche, legate alla storia di immigrazione del Paese, ed è garantito a livello costituzionale dal 14/mo emendamento, ratificato nel 1868. Esso stabilisce che chiunque nasca sul territorio dell’Unione e sia soggetto alla sua giurisdizione – fatta eccezione, quindi, per diplomatici ed eventuali truppe straniere d’occupazione – ne è automaticamente cittadino.

L’idea risale alla ‘common law’ inglese che fu importata dai primi coloni americani. Finora il diritto è sopravvissuto a tutti i tentativi di modifica o abrogazione, iniziati sin dai primi anni Novanta, ad opera dei repubblicani. Ma ora è tornato nel mirino del tycoon, che lo aveva attaccato durante la campagna elettorale: “Resta la più grande attrazione per l’immigrazione illegale”, aveva accusato, perché ne beneficiano pure i genitori, prima con permessi di lavoro e poi, quando il figlio è maggiorenne, facendosi sponsorizzare la domanda di cittadinanza.

“Siamo l’unico posto stupido abbastanza per fare questo”, aveva denunciato. In realtà gli Usa sono in compagnia di un’altra trentina di Paesi (tra cui Brasile, Argentina, Messico, Bolivia, Pakistan) ad applicare lo ius soli in modo automatico e senza condizioni, anche se insieme al Canada sono l’unico tra le economie avanzate, mentre in Italia è rimasto una promessa mancata.

Ma il piano di Trump, secondo alcuni studi, significherebbe più che raddoppiare la popolazione dei clandestini, da 11 a 24 milioni entro il 2050. Minore invece l’impatto di un altro fenomeno, quello del ‘birth tourism’, ossia di madri straniere che vengono a partorire in Usa ‘in vacanza’ per garantire al figlio una seconda cittadinanza (36 mila l’anno).

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