Una settimana al voto. Trump arretra, Dem avanzano

Donald Trump in primo piano.
Il presidente Donald Trump. (ANSA)

WASHINGTON. – Donald Trump perde terreno, mentre i democratici avanzano recuperando un momento positivo, ad una settimana dalle elezioni di midterm: secondo la media degli ultimi sondaggi generali di RealClearPolitics, sono in testa del 7,6%, 49,5% contro 41,9%. Un dato confermato dall’ultimo sondaggio Gallup, secondo cui l’approvazione dell’operato del presidente è calato di 4 punti ed è sceso al 40%, annullando quanto guadagnato nelle rilevazioni delle quattro settimane precedenti. Il 54% del campione disapprova invece la ‘performance’ del presidente.

Dopo la rimonta alimentata da alcuni successi, come il nuovo Nafta e la conferma del giudice Brett Kavanaugh alla corte suprema, il tycoon è stato azzoppato nell’ultima settimana dall’ondata di pacchi bomba inviati da un suo fan a molti dei suoi nemici e dalla strage nella sinagoga di Pittsburgh ad opera di un suprematista bianco ostile agli ebrei ma anche a tutti gli immigrati.

Due vicende che lo hanno messo sotto accusa per la sua retorica incendiaria e che gli hanno impedito di dettare l’agenda, oscurando in parte i suoi messaggi forti ad esempio contro la carovana di migranti in arrivo dal Messico. La sua immagine è stata in parte compromessa anche dalle ambiguità sul caso Khashoggi e dalla frenata della Borsa. Tanto che oggi Trump ha invitato sarcasticamente a votare i democratici se si vuole il crollo di Wall Street, perché loro “amano il modello finanziario venezuelano, le tasse alte e i confini aperti”.

La leadership democratica è praticamente silente a livello nazionale, ma non è dato sapere se si tratta di una scelta consapevole e se si preferisca lavorare a livello locale nei collegi confidando nell’effetto boomerang degli attacchi del tycoon. L’unica voce forte che si leva tra i democratici è sempre quella di Barack Obama, che duellerà a distanza con Trump nella cruciale Florida, uno swing state dove i Gop sono in vantaggio di due punti nelle intenzioni generali di voto.

L’ex presidente andrà a Miami venerdì prossimo, per sostenere Andrew Gillum e Bill Nelson, candidati dem rispettivamente per la carica di governatore e per quella di senatore. Il tycoon invece farà una doppia tappa, mercoledì e sabato, prima a Fort Myers e poi a Pensacola, a sostegno del governatore Rick Scott, che sfida Nelson, e di Ron DeSantis, il rivale di Gillum.

La matematica comunque favorisce per ora i dem nelle elezioni di Midterm per la Camera, dove devono conquistare 23 seggi difendendo quelli attuali. Ci sono più seggi controllati dai repubblicani che pendono verso i dem piuttosto che il contrario. E molti più seggi Gop che sono incerti (tossup). Ma i giochi non sono ancora fatti.

Secondo il New York Times, anche se i dem mantengono i loro seggi esistenti e vincono in tutti i collegi classificati come favorevoli o probabili, devono conquistare almeno sei dei 29 collegi considerati ancora incerti. Il Senato, invece, dovrebbe restare nelle mani del Grand Old Party. Ai repubblicani basta limitare le perdite ad un seggio. I dem devono difendere gran parte dei 35 seggi in ballo e dovrebbero ottenerne altri due, ma un collegio vira verso gli avversari ed altri cinque sono considerati incerti.

A preferire i democratici sono i giovani, le donne e le minoranze, e in genere le comunità metropolitane o suburbane. I repubblicani vanno meglio invece tra i bianchi e nella zone rurali. Determinante sarà l’affluenza, che in genere favorisce i dem. Intanto Wall Street frena e resta a guardare, nella previsione che una vittoria democratica alla Camera paralizzerà l’agenda del presidente rendendolo un’anatra zoppa sino al 2020.

Lascia un commento