Trump alza il tiro sui migranti: “Abolirò lo Ius soli”

Uno dei muri della sinagoga Tree of Life a Pittsburgh
Uno dei muri della sinagoga Tree of Life a Pittsburgh, il 27 ottobre 2018 (Pam Panchak/Post-Gazette via AP)

WASHINGTON. – Donald Trump perde terreno ad una settimana dalle elezioni di Midterm ed estrae un altro coniglio dal cilindro per cavalcare il tema dell’immigrazione e mobilitare la sua base. Il presidente ha annunciato in un’intervista ad Axios che vuole firmare un ordine esecutivo per mettere fine allo storico diritto costituzionale di cittadinanza per i bimbi nati in Usa da immigrati illegali o da persone che non sono cittadini americani.

“Siamo l’unico Paese al mondo dove una persona arriva, ha un figlio e il bimbo è un cittadino degli Stati Uniti per 85 anni con tutti i relativi benefici. E’ ridicolo e deve finire”, ha affermato. Un piano svelato poche ore prima di una contestata visita a Pittsburgh per rendere omaggio agli undici morti della sparatoria ad opera di un suprematista bianco, tra proteste locali, incontri negati dai famigliari di almeno una vittima e prese di distanza dai vertici parlamentari dei due partiti e del sindaco della città. Una situazione imbarazzante e senza precedenti per un presidente Usa.

Trump, come in passato altri repubblicani, aveva già attaccato in campagna elettorale il 14/o emendamento, che garantisce il diritto di cittadinanza a chiunque nasca negli Usa. “Resta la più grande attrazione per l’immigrazione illegale”, aveva accusato, perché ne beneficiano pure i genitori, prima con permessi di lavoro e poi, quando il figlio è maggiorenne, facendosi sponsorizzare la domanda di cittadinanza.

Molti costituzionalisti dubitano che il tycoon possa procedere con un ordine esecutivo senza innescare una spirale di ricorsi che porterebbero alla Corte suprema, dove tuttavia ora c’è una maggioranza di giudici conservatori. Alla Casa Bianca però tirano dritti, valutando con il ministero della Giustizia non solo l’abrogazione dello ius soli ma anche la possibilità di negare l’asilo e di chiudere le frontiere ai migranti centroamericani della carovana in Messico diretta verso il confine americano.

Intanto il tycoon è volato a Pittsburgh con la moglie Melania, la figlia Ivanka e il genero Jared Kushner in un clima di tensione, alimentato anche dal tweet in cui sarcasticamente invita a votare i democratici se si vuole il crollo di Wall Street, perché loro amano “il modello finanziario venezuelano, le tasse alte e i confini aperti”.

Trump ha sfidato i numerosi appelli, a partire da quello del sindaco William Peduto, a posticipare la sua visita per concentrare l’attenzione della comunità sul dolore delle famiglie e gli sforzi della polizia sulla sicurezza dei primi funerali, celebrati oggi. E ha ignorato anche la dura lettera di un gruppo ebraico progressista sottoscritta da 35 mila cittadini che non lo ritengono benvenuto finché non denuncerà il nazionalismo bianco e non cesserà di attaccare le minoranze.

Oltre 1.000 persone invece hanno aderito ad una protesta in coincidenza con il suo arrivo, mentre hanno rinunciato ad accompagnarlo sia i leader parlamentari repubblicani sia quelli democratici. Forfait anche di numerosi dirigenti locali e statali, tra cui il primo cittadino.

Ma il ‘gran rifiuto’ più pesante è quello della famiglia di una delle vittime, Daniel Stein, 71 anni. Il nipote, Stephen Halle, ha spiegato di non voler incontrare il presidente per i suoi commenti dopo la strage, quando disse che la sinagoga avrebbe dovuto essere protetta. “Ha accusato la comunità. Una chiesa, una sinagoga, non deve essere una fortezza. Deve essere un luogo di accoglienza aperto per sentirsi sicuri”, ha spiegato.

(di Claudio Salvalaggio/ANSA)

Lascia un commento