Moscovici e il rischio fascismo, polemica Roma e Bruxelles

Il leghista Ciocca imbratta con una scarpa le carte di Moscovici. Fascismo
Il leghista Ciocca imbratta con una scarpa le carte di Moscovici

STRASBURGO. – Galeotta fu una scarpa. La polemica Roma-Bruxelles si arricchisce di nuovi elementi, assumendo contorni del tutto inediti dopo la ‘performance’ irrituale avvenuta nella sala stampa del Parlamento europeo quando l’eurodeputato leghista Angelo Ciocca ha preso i fogli della relazione del Commissario Pierre Moscovici e vi ha poggiato sopra una scarpa, calpestandoli platealmente.

Un episodio – ripreso in un video e postato sui social – seguito alle dichiarazioni del commissario francese, lo stesso che aveva annunciato la bocciatura della manovra economica dell’Italia da parte dell’esecutivo comunitario. Un gesto a dir poco provocatorio che allarga ancora di più lo strappo e acuisce le tensioni, non solo dialettiche, fra le due capitali, protagoniste di un braccio di ferro senza precedenti.

Una nuova puntata della serie di scontri con l’Europa, alle battute, frasi insolenti e irrisioni a volte anche poco velate, come quelle su Juncker da parte di Salvini: “Parlo solo con persone sobrie”. Quella scarpa non è per nulla piaciuta al Commissario interessato che ha bollato l’episodio come “grottesco”. Ma Moscovici è andato oltre affermando che in “un primo momento si sorride e si banalizza perché è ridicolo”, ma “poi ci si abitua a una sorda violenza simbolica e un giorno ci si sveglia con il fascismo. Restiamo vigili! La democrazia è un tesoro fragile”.

Poche righe, sintetiche, ma dure nei contenuti. Un avvertimento che pesca nella storia per mettere in guardia da rischi e ipotetici pericoli. Commentando l’iniziativa il vicepremier e ministro dell’Interno, Matteo Salvini ha cercato di chiudere la vicenda spiegando che “l’Europa non la cambiamo con le provocazioni”. Ma nelle ore successive le reazioni si sono susseguite come un fiume in piena.

“Non è il mio stile”, ha chiosato il presidente dell’Eurocamera Antonio Tajani precisando che “non si ottengono risultati importanti con questo tipo di gesti clamorosi”. E se Fabio Massimo Castaldo (M5S) ha parlato di una “provocazione”, invitando a non farne un caso, Davide Sassoli (Pd) ha parlato di atto “imbecille”.

A poco meno di 24 ore da quel gesto lo stesso Ciocca è tornato sull’episodio affermando che Moscovici ha “l’incubo dell’Italia” e invitando ad una nuova provocazione: “Portiamo tutti una suola Made in Italy al Commissario!!!”. Commenti che lasciano intravedere il clima a dir poco infuocato che si respira alla Plenaria a Strasburgo, agitata dal dibattito in corso sulla manovra economica italiana e dalle reazioni anche oggi piuttosto piccate ed accese dopo le dichiarazioni di due eurodeputati britannici sui rapporti fra nazismo, nazionalsocialismo e socialismo.

Strasburgo però non è nuova simili scenari. Basta andare al 2003, quando Silvio Berlusconi propose Martin Schulz per il ruolo di kapò in un film. Una battuta che accese uno scontro senza precedenti. E che dire invece degli acronimi dispregiativi ‘Pigs’ usati dai giornalisti economici per riferirsi a diversi Paesi dell’Ue, tra cui l’Italia, con i conti non in ordine. Etichette per nulla edificanti, e che hanno fatto storia. Forse come la scarpa di Ciocca.

(Di Giuseppe Maria Laudani/ANSA)

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