ROMA. – “La pista ciclabile è un progetto per migranti, loro si spostano in bici noi in auto”. Le parole arrivano dalla segretaria della Lega di Prato, Patrizia Ovattoni, affidate prima all’edizione locale de ‘Il Tirreno’ e lo poi alla trasmissione ‘La Zanzara’ di Radio 24. Una teoria che a Ovattoni serve per criticare il progetto del Comune di Prato per il rifacimento di una grande strada comunale, con la previsione di realizzare una pista ciclabile al posto di una carreggiata.
“Sembra una misura fatta apposta per i migranti a discapito dei residenti pratesi -ragiona la segretaria locale della Lega- perché noi pratesi ci spostiamo con la macchina mentre molti richiedenti asilo non hanno l’auto”. “Noi, ovvero chi va a lavorare, di solito si sposta con la macchina – ha sottolineato Ovattoni -. Oppure chi ha i bambini piccini non li porta di certo in bicicletta”.
Il progetto del Comune di Prato, a guida centrosinistra con sindaco Matteo Biffoni (Pd), prevede l’ammodernamento del viale Montegrappa, un’importante strada cittadina a due carreggiate che collega la parte est della città al centro storico. Le parole hanno scatenato polemiche.
“Ci mancava solo la segretaria della Lega di Prato. Pare che abbia dichiarato che le piste ciclabili non vanno realizzate perché costituiscono un regalo a favore dei migranti – afferma in una nota il segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni di Liberi e Uguali – ormai in Toscana il delirio xenofobo dei seguaci di Salvini sta raggiungendo livelli incredibili, quasi al limite del grottesco. Si diano una regolata e tornino sul pianeta Terra”.
Il sindaco di Firenze Dario Nardella giudica le dichiarazione del’esponente leghista “la più grande bischerata mai pronunciata da chiunque nella storia dell’umanità”. “Siamo ben oltre l’apartheid del Sudafrica – ha proseguito Nardella, a margine di un’iniziativa in Palazzo Vecchio – di questo passo si comincerà a dire che non si possono riasfaltare anche le strade perché le usano gli immigrati con l’automobile. Spero che ci sia un limite di buonsenso, ragionevolezza, e che si metta un freno a questa quantità di bischerate che si continua sentire in questo periodo sull’immigrazione”.