Lodi: i bambini tornano alla mensa, presidio sotto il Comune

Bambini seduti alla mensa di una scuola elementare
Mensa di una scuola elementare. (foto di © Paolo Poce / Emblema)

MILANO. – Sono tornati a mangiare in mensa con i loro compagni i bambini extracomunitari di Lodi che nei giorni scorsi erano stati costretti a pranzare su un tavolo a parte con cibo portato da casa. La sindaca Sara Casanova non ha cambiato idea, il regolamento non ha subito modifiche, ma il coordinamento Uguali Doveri – che aveva lanciato una raccolta fondi a favore di chi era rimasto senza agevolazioni – ha contattato le famiglie spiegando che quando ci sarà da pagare, potranno saldare al costo ridotto. Il resto lo metterà lo stesso Coordinamento, grazie agli oltre 80 mila euro avuti in donazione.

La vicenda continua a dividere gli animi anche fra Lega e M5s: “Fico faccia il presidente della Camera”, ha risposto seccamente Matteo Salvini a chi gli chiedeva un parere sulle dichiarazioni di Roberto Fico in difesa dei bimbi esclusi dal servizio.

Contro il regolamento che chiede agli extracomunitari di presentare una dichiarazione che attesti beni immobili e mobili registrati posseduti nei Paesi di provenienza, sotto i portici del Comune il coordinamento Uguali doveri ha dato vita a un presidio lungo 12 ore. Tra i partecipanti Abdelrahman El Saidm, che coordina la protesta degli extracomunitari: “su circa 300 domande per ora ne sono state accolte solo 5, cosa che si ritiene inaccettabile”.

In piazza Broletto anche il segretario cittadino del Pd Andrea Ferrari e il senatore, sempre del Pd, Eugenio Comincini: “La deriva sulla quale si sta andando – ha detto – mi appare inaccettabile: abbiamo oltrepassato il segno. Si tratta di una vicenda grave, assurda, illegittima e che verrà certamente bocciata dal Tribunale di Milano”, che il 6 novembre prossimo inizierà a prendere in analisi il ricorso presentato dalle associazioni Asgi e Naga.

Durante la giornata, ogni due ore, i manifestanti si sono presentati all’ingresso del Comune chiedendo di incontrare il sindaco o gli assessori, mentre sotto i portici all’ora di pranzo venivano distribuiti i ‘panini dell’ironia’.

Sul caso mense è intervenuto anche il presidente della regione Attilio Fontana, per il quale “bisogna optare per una richiesta della documentazione come va richiesta a tutti i cittadini di questo Paese. E poi a fronte dell’impossibilità di alcuni Consolati di dare una risposta, e credo che siano una quota residuale, si potrà passare all’autocertificazione”.

Proprio dalla giunta comunale prevista giovedì sera a Lodi si attende l’elaborazione di una lista di Paesi esteri che verranno esclusi dalla produzione del certificato. Sul caso mense di Lodi e su quello dell’accesso al buono per i libri di testo in Veneto, il tavolo interassociativo Saltamuri ha chiesto un incontro al ministro dell’Istruzione Marco Bussetti, per il quale “C’è una norma che va rispettata e applicata”.

“Credo – ha detto – che sia necessario avere le carte in mano, per dare giudizi, quando ci sono leggi e norme. Una volta recuperate le pratiche, si va a vedere dove trovare soluzioni per i bisogni specifici. Ma non credo proprio che ci sarà qualcuno che sarà limitato nel suo diritto allo studio”.

“Lodi? Non c’entra niente, col Veneto: lasciamo distanti i due casi” è l’appello del governatore veneto Zaia, per il quale “Noi applichiamo semplicemente il decreto del presidente Ciampi del 1999, su proposta del governo D’Alema, che sostanzialmente condividiamo. Non c’è nessuna volontà di ghettizzare o discriminare, in una terra ospitale come la nostra. Ma, quando si erogano fondi pubblici, riteniamo che richiedere una certificazione sia doveroso”.

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