La tela del Colle a supporto, contatti da governo a Bce

Una veduta del Quirinale. Sul pennone la bandiera italian, europea e quella presidenziale.
Una veduta del Quirinale.

ROMA. – C’è un lavoro sottotraccia per stendere una sorta di cordone sanitario per attutire, giorno dopo giorno, gli effetti sui mercati della manovra , anche in vista dell’imminente giudizio sul nostro rating in arrivo da parte di Standard & Poor’s e Moody’s.

Un lavorio che sta interessando le istituzioni italiane a tutti i livelli, dal governo, in primis con il presidente del Consiglio e il ministro dell’Economia, fino a Colle che sta seguendo con discrezione e senza interferire sulle decisioni del governo, tutte le delicate fasi che porteranno alla messa a punto della legge di bilancio.

E ciò perché anche la moral suasion per aiutare e sostenere l’azione dell’Esecutivo – è la convinzione in ambienti parlamentari – deve essere supportata da una valutazione complessiva della situazione che solo una visione a 360 gradi può dare . E’ un’azione che il Capo dello Stato sta perseguendo, si ragiona negli stessi ambienti – avviando una serie di contatti con tutti gli interlocutori che lo possano aiutare ad avere questo quadro complessivo in vista delle decisioni che – si concorda a tutti i livelli – spettano all’esecutivo.

In quest’ottica rientrerebbe anche lo scambio di visioni avuto con il presidente della Bce, Mario Draghi, che il Presidente sente spesso e che ha riservatamente incontrato mercoledì al Quirinale. Mattarella, si spiega ancora, auspica il supporto di tutti in questa delicata fase: compresi quegli esponenti istituzionali italiani e internazionali che possano contribuire con le loro valutazioni a far trovare soluzioni equilibrate in un contesto economico generale dove fluttuazioni dei mercati e dello spread possono incidere sull’entità dei conti pubblici.

Ed è una sensibilità assolutamente condivisa con il governo. Che – si registra in ambienti politici – ha dato i suoi primi frutti con la parziale revisione degli obiettivi di deficit inclusi nel Def. E a cui sembra ormai partecipare con particolare attivismo il leader del M5s e vicepremier Luigi Di Maio. Il ministro dello Sviluppo e del Lavoro ha cercato di gettare più acqua sul fuoco possibile per cercare di tranquillizzare i mercati, preoccupati anche per i riflessi che una frizione con l’Ue potrebbe portare su tutta l’area euro.

Dopo aver ottenuto il via libera al reddito di cittadinanza, Di Maio non minaccia più le elezioni: è interesse del M5s calmare le acque e lui si mostra aperto al dialogo con le istituzioni europee, negando atteggiamenti di sfida a Bruxelles. E cercando di convincere Ue e mercati che l’eccezionale spinta alla crescita che questa manovra intende attuare sarà sufficiente a riportare i conti italiani nel quadro delle regole previste dai parametri europei.

Non a caso sia Luigi Di Maio che l’altro vicepremier, Matteo Salvini, che pure continua a differenziarsi nei rapporti con l’Ue polemizzando con “Juncker e Moscovici, insistono sui dati del Pil scritti nel Def. Sono “stime limitate” insiste soprattutto il leader della lega che promette investimenti “per crescere del ‘due virgola’”. Anche Di Maio è sicuro che la crescita sarà “di più dell’1,6%”.

E’ un’insistenza che a stretto giro dovrebbe servire a convincere, tra gli altri, gli uffici parlamentari di Bilancio che dovranno giudicare l’attendibilità del quadro di finanza pubblica prospettato dal governo. O in caso contrario valutare la necessità di una correzione delle tabelle con i saldi di bilancio. Un rischio, quest’ultimo, che potrebbe riaccendere la tensione tra i due alleati sulle strade da seguire: una tensione che resta comunque latente dopo aver ripetutamente superato i livelli di guardia.

(di Francesca Chiri/ANSA)

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