Da app a bancomat, reddito di cittadinanza tracciabile

Sportello bancomat.
Sportello bancomat. ANSA/ALESSANDRO DI MEO

ROMA. – Uno strumento ‘tecnologico’ e totalmente tracciabile. Comincia a definirsi il nuovo reddito di cittadinanza, cavallo di battaglia del Movimento 5 Stelle che ha annunciato di avere “stanziato” 10 miliardi per garantire un sostegno da 780 euro al mese, che potrebbe partire da metà marzo, inizio aprile, dopo la riforma dei centri per l’impiego. Al lavoro sul dossier è il viceministro all’Economia Laura Castelli che sta mettendo a punto lo strumento insieme al team per la trasformazione digitale di Diego Piacentini.

L’ASSEGNO VIA ‘CARD’, L’AFFITTO SI PAGA CON UNA APP: l’idea sarebbe quella di assegnare il reddito senza “passaggio di contanti” ma attraverso carte di pagamento, compreso il proprio bancomat. Nell’esempio illustrato dal viceministro, “basterà dare il bancomat al fornaio che riconoscerà il codice della tesserina tramite un apposito software e scalerà la cifra dell’acquisto”. Un meccanismo simile a quello dei buoni pasto elettronici con la differenza che sarà lo Stato “a ripagare in giornata” i commercianti. La carta servirà per pagare beni di prima necessità e dovrebbe essere “destinata al consumo”. Per i pagamenti che richiedono bonifico bancario, come l’affitto di casa, si starebbe invece pensando ad una apposita app.

PLATEA: si tratterebbe di 6,5 milioni di persone. Il reddito personale deve raggiungere i 780 euro quindi dovrebbe essere erogato per intero a chi parte da zero, mentre per chi ha qualche forma di entrata si tratterebbe di una integrazione. A beneficiarne sarebbero solo gli italiani l’accesso potrebbe essere legato all’Isee. Per evitare abusi il ministro dell’Economia Giovanni Tria ha dato mandato alla Guardia di Finanza di mettere a punto un piano specifico di controlli.

DIRITTI E DOVERI: per ottenere il sussidio bisognerà impegnarsi in un percorso di formazione professionale, prestare 8 ore di lavoro gratuito a settimana nel proprio Comune e non rifiutare, senza motivo, più di tre offerte di lavoro.

I CENTRI PER L’IMPIEGO: il loro rafforzamento è il primo passo essenziale per il funzionamento del nuovo strumento. Ad oggi infatti, secondo gli ultimi dati Eurostat, in Italia meno di 1 su 4 cerca lavoro attraverso le strutture pubbliche, che comunque già non riescono, soprattutto al Sud, a gestire l’attività ordinaria. Per la riforma si punta ad utilizzare circa 2 miliardi dai fondi europei.

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