La prima di Conte all’Onu: tra Trump, Rohani e Al Sisi

La prima di Conte all'Onu, il 25 e 26 a New York.
La prima di Conte all'Onu, il 25 e 26 a New York.

NEW YORK. – Due colloqui bilaterali con il presidente iraniano Hassan Rohani e il presidente egiziano Abdel Fattah Al Sisi. E una nuova occasione di incontro con Donald Trump, dopo la visita alla Casa Bianca di luglio. Con questa agenda Giuseppe Conte debutterà all’Onu alla sua prima Assemblea generale da presidente del Consiglio.

Martedì e mercoledì sarà a New York. E in dote porterà, a temperare le pulsioni sovraniste del governo M5s-Lega, la conferma di un approccio multilaterale “inclusivo” in ambito Onu. Ma in primo piano ci saranno dossier per l’Italia cruciali come la crisi libica e la questione Iran, con l’avvicinarsi di sanzioni Usa assai temute dalle aziende. Ha dovuto comprimere in extremis il programma della sua visita, il premier Conte.

La due giorni americana cade in una settimana assai delicata per il governo, impegnato a comporre la nota di aggiornamento al Def che sarà sottoposta al vaglio di Bruxelles e traccerà i binari della prossima manovra. E anche su questo fronte la cornice dell’Onu potrebbe essere l’occasione di altri colloqui informali con i leader europei.

Ma alla vigilia, due dossier assai caldi si impongono su tutti: la Libia, con la recrudescenza degli scontri, e l’Iran, dopo l’acuirsi delle tensioni tra Teheran e Washington. Su quest’ultimo tema, Conte ad agosto aveva fatto sponda agli Usa, aprendo a un approccio “più rigoroso”, sia pure nell’alveo della linea europea.

Con l’avvio delle sanzioni, previsto a novembre, diventa però ora prioritario per il governo limitarne l’impatto per le aziende. Conte potrebbe avere occasione di parlarne brevemente con Trump al pranzo dei capi di Stato e di governo offerto dal segretario generale dell’Onu Antonio Guterres. Con il presidente americano non sono in programma colloqui ufficiali, ma fonti italiane spiegano che l’occasione potrebbe essere preziosa per rinnovare il ‘feeling’ emerso a Washington, quando Conte e Trump concordarono una cabina di regia comune sul Mediterraneo. Ed è in questo alveo in corso il tentativo di portare il presidente Usa (o il segretario di Stato Mike Pompeo) a sedere al tavolo della conferenza sulla Libia che si terrà a novembre a Sciacca.

Di crisi libica il premier, a marcare l’iniziativa italiana, parlerà mercoledì anche con Al Sisi (col quale tornerà a marcare l’attesa di risposte sul caso Regeni). La linea italiana resta il sostegno a un percorso politico condiviso, nel solco Onu, coinvolgendo tutti gli attori libici nella stabilizzazione del Paese. Mentre resta prudenza sulla possibilità di elezioni entro l’anno, per le quali Sisi si era speso in asse con Macron.

Conte proverà poi a tenere alta anche l’attenzione al tema migratorio, che dovrebbe toccare anche nel suo intervento in Assemblea generale: tutti devono farsene carico – è la linea italiana – perché serve una risposta condivisa, strutturata e multilivello, di breve e lungo periodo, a partire dal sostegno all’Africa. Ma a margine dell’Assemblea Onu si lavorerà pure per la candidatura al Consiglio dei diritti umani per il triennio 2019-2021 (si vota il 12 ottobre).

Nel bilaterale con Guterres, che chiuderà la due giorni newyorkese, Conte confermerà infine l’impegno italiano in ambito Onu, per un’azione riformatrice che porti – spiegano fonti diplomatiche – a istituzioni più trasparenti e vicine ai cittadini, con un approccio inclusivo ai processi di pace, sviluppo economico e sostenibile.

(dell’inviata Serenella Mattera/ANSA)

Lascia un commento