Emergenza Cig, quasi duecentomila lavoratori a rischio

Un gruppo di metalmeccanici entra in fabbrica, visti di spalle. Jobs Act
Lavoratori del settore metalmeccanico entrano in uno stabilimento. (ANSA)

ROMA. – Alla fine dell’anno 30.000 lavoratori del settore metalmeccanico saranno licenziati. Una “bomba sociale” che potrebbe avere dimensioni ben più devastanti man mano che si esauriranno gli ammortizzatori sociali per i 189mila lavoratori, di cui 140.000 metalmeccanici, coinvolti in stati di crisi. Questo è l’effetto di uno dei decreti attuativi del Jobs Act, la riforma del lavoro voluta da Renzi, che ha ridotto la durata degli ammortizzatori (fra Cassa integrazione e Contratti di Solidarietà) a tre anni.

“Una riforma folle che umilia le persone”, l’ha definita Luigi Di Maio Per bloccare il contraccolpo delle nuove norme sugli ammortizzatori sociali, diverse centinaia di lavoratori hanno occupato pacificamente a Roma via Molise (una traversa di Via Veneto) per un presidio sotto al Ministero dello Sviluppo mentre i segretari generali di Fim-Cisl, Fiom-Cgil e Uilm-Uil venivano ricevuti dai dirigenti del dicastero.

Il ministro dello sviluppo economico era al consiglio dei Ministri. Ma prima di recarsi a Palazzo Chigi, e poco dopo l’avvio del presidio, Di Maio ha convocato il tavolo con i sindacati per il giorno dopo, e poi diffuso via social la sua bocciatura della riforma Renzi: “Una riforma folle che ha come effetto collaterale di essere un incentivo a smettere di lavorare, un modo per dire ai cittadini che non sono più utili, un modo per umiliare le persone”.

A proposito del decreto sugli ammortizzatori dice: “hanno tolto la cassa integrazione per cessazione, hanno cancellato un anno di cassa integrazione ai lavoratori giustificando l’azione con sussidi di disoccupazione. Peccato che quel sussidio arriverà solo una volta perso definitivamente il lavoro”. Insomma – manda a dire ai sindacati – il quadro è ben chiaro al nuovo governo e rivendica “con orgoglio” a M5S di aver sempre “osteggiato” il Jobs Act.

Anche il segretario della Fiom-Cgil Francesca Re David parla di decreto “folle”: “E’ una follia che negli anni della crisi economica siano stati tagliati gli ammortizzatori sociali” dice dopo l’incontro. Opinione condivisa con gli altri segretari generali di Fim-Cisl e Uilm-Uil che adesso chiedono da un lato “di disinnescare una bomba sociale con interventi immediati nel decreto urgenze” (Marco Bentivogli Fim-Cisl) e dall’altro di approntare “una riforma complessiva degli ammortizzatori sociali che diventi uno strumento per governare la Politica Industriale del paese nel difficile passaggio verso l’era digitale e l’innovazione” (Rocco Palombella Uilm-Uil).

Una rivoluzione industriale storica nella quale la forza lavoro sarà drasticamente ridotta e che rischia di trasformarsi in tragedia se non governata. Al presidio c’erano diverse centinaia di lavoratori, dipendenti di aziende diventate famose per le vertenze difficili, fra queste: Electrolux, Whirpool, Indesit, Comital, Industria Italiana Autobus, Tecno, Cerutti, Piaggio, Emarc, De Masi, Jabil, le aziende dell’indotto Alcoa del Sulcis e quelle dell’indotto del petrolchimico di Siracusa.

(di Maria Gabriella Giannice/ANSA)

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