Attenzione del Colle al decreto legge Salvini. Conte: “Abbiamo mediato”

Il premier Giuseppe Conte e il ministro degli Interni, Matteo Salvini, mostrano la prima pagina del decreto legge.
Il premier Giuseppe Conte e il ministro degli Interni, Matteo Salvini, mostrano la prima pagina del decreto legge.

ROMA. – Il Colle valuterà con la massima attenzione il decreto legge su migranti e sicurezza approvato oggi dal Consiglio dei ministri. Diversi i punti controversi del testo – in primis la revoca della domanda di asilo e della cittadinanza – anche se il premier Giuseppe Conte ed il vice Matteo Salvini hanno espresso fiducia sul via libera del capo dello Stato.

Il provvedimento – dopo le ultime limature che sono continuate per tutta la giornata – potrebbe già domani arrivare al Quirinale. Dove sarà scrupolosamente esaminato: i tecnici del Colle controlleranno che i rilievi fatti arrivare a palazzo Chigi in via preventiva siano stati efficacemente accolti.

Sembra comunque che dei passi in avanti siano stati fatti: ad esempio sul fatto che le espulsioni di cittadini stranieri in presenza di reati vengano decise con una decisione della magistratura e non solo grazie ad un’azione di polizia o di una singola denuncia, come pare fosse scritto nella prima versione del decreto. Essenziale anche il fatto di legare la sospensione della domanda di asilo ad una condanna in primo grado – che resta comunque non definitiva – e non più ad una semplice indagine di polizia.

Nella sua lunga e complessa gestazione, il decreto – in origine due dl separati – ha subito diverse modifiche, anche per evitare di subire la bocciatura del Quirinale. Conte ha smentito corto circuiti comunicativi. L’interlocuzione tra gli uffici legislativi di Viminale, Palazzo Chigi e Colle, ha riferito il premier, c’è stata. All’inizio, senza entrare nei dettagli delle singole misure che stavano per essere definite, l’invito ‘preventivo’ partito dal Colle è stato quello di operare all’interno del perimetro della Costituzione e dei trattati internazionali.

L’obiettivo di Salvini era quello di dare segnali chiari e forti – in netta discontinuità con il quadro normativo precedente – su due temi-bandiera per il leader leghista come l’immigrazione e la sicurezza. Nella traduzione legislativa dei principi del ministro ci sono stati poi aggiustamenti e revisioni continue che hanno tenuto conto anche dei potenziali rilievi del Quirinale.

I due decreti sono stati quindi accorpati in uno. E sono state meglio definite le fattispecie per venire incontro ai requisiti di “necessità ed urgenza” che il capo dello Stato Sergio Mattarella, dovrà valutare. Le interlocuzioni col Colle hanno riguardato anche la sospensione della domanda di asilo e la revoca della cittadinanza. “Ci sono state mediazioni”, ha ammesso il ministro, dicendosi però pienamente soddisfatto del risultato finale.

L’articolo 10, riscritto fino all’ultimo momento, prevede lo stop del riconoscimento della protezione in caso di condanna in primo grado oppure se la persona è indagata ed ha un’indicazione di pericolosità sociale da parte del prefetto. Uno stop che è seguito dall’allontanamento dal territorio nazionale. La misura potrebbe prestare il fianco a rilievi di costituzionalità, non essendovi una condanna definitiva.

Sulla cittadinanza, poi, nella formulazione finale sarebbe rimasta la revoca in caso di condanna definitiva per terrorismo. Anche questo è un punto critico, perchè distinguerebbe gli ‘italiani-italiani’ da coloro che hanno acquisito la cittadinanza. Ma in precedenti versioni vi erano ulteriori cause di revoca ella cittadinanza che poi sono state cassate. Basteranno queste modifiche per la firma del presidente?

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