Mancano 53mila infermieri, novemila in meno in Campania

Infermieri in servizio con una lettiga in corridoio ospedale.
Mancano 53mila infermieri

ROMA. – Figura di riferimento nella cura del paziente, di infermieri ne mancano 53mila in Italia. E, a soffrire, sono in particolare alcune regioni come la Campania, dove ne servirebbero quasi 9000. La conseguenza è che, se ognuno di loro dovrebbe assistere non più di 6 malati per turno, nel nostro Paese ne hanno in carico quasi il doppio, ma con punte che arrivano a 17 in Campania.

A mappare la carenza, Regione per Regione, è un’analisi del Centro studi della Federazione nazionale degli Ordini degli infermieri (Fnopi) sui dati del Conto annuale 2016 del ministero dell’Economia. Somministrano medicine, controllano, pressione, ossigenazione e glicemia, fanno prelievi: gli infermieri rappresentano il primo contatto del paziente con la struttura sanitaria.

Secondo l’Ocse, ogni medico ne avrebbe bisogno di almeno tre per coprire 24 ore su 24 l’assistenza al paziente. Ma questo rapporto in molte regioni italiane oscilla intorno al due. E crolla, in alcune singole aziende sanitarie, fino a sfiorare la parità. A sottolinearlo è anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) che nel documento sull’Italia predisposto per la sua 68/esima Assemblea generale in corso a Roma precisa che “percentualmente ci sono molti medici (rispetto al numero di abitanti), ma pochi infermieri (rispetto al numero di medici)”.

Spesso, sottolinea la presidente Fnopi Barbara Mangiacavalli, “si cerca di compensare con eccessi di straordinari, svolti dal 40% degli infermieri occupati nel Servizio Sanitario Nazionale” o con “soluzioni tampone” come quella di non assumere personale, ma di utilizzare quello messo a disposizione da cooperative o col lavoro interinale. “Un meccanismo – sottolinea – che rende il professionista sempre più stressato e sottopagato”.

Se, in una sanità pubblica con la coperta corta, a far sentire la loro voce negli ultimi mesi sono stati i medici, che hanno annunciato di essere pronti anche a uno sciopero di 72 ore entro novembre, le difficoltà che vivono gli infermieri non sono da meno. Le prospettive, d’altronde, non sono rosee.

L’incremento della vita media e delle malattie croniche come Diabete, Parkinson e Alzheimer, stanno aumentando i bisogni di assistenza di personale non necessariamente medico ma in grado di fornire cure. Per questo, conclude Mangiacavalli, “chiediamo un incontro urgente con il ministro della Salute Giulia Grillo e con le Regioni”.

(di Livia Parisi/ANSA)

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