Merkel: “Ebrei e musulmani fanno parte della società”

Merkel: "I musulmani e gli ebrei appartengono alla nostra società, esattamente come i cristiani e gli atei".
"I musulmani e gli ebrei appartengono alla nostra società, esattamente come i cristiani e gli atei".

BERLINO. – “I musulmani e gli ebrei appartengono alla nostra società, esattamente come i cristiani e gli atei”. Non alza la voce, ma non ha tentennamenti sulla linea Angela Merkel, e dal Bundestag manda un messaggio a tutta Europa: “se si isola, andrà male”. “L’Africa è un continente fantastico, giovane, con i mercati del futuro”, ha anche affermato, spingendosi oltre la tinta generalmente tenue dei suoi discorsi. “Non posso che invitare i tedeschi a occuparsene di più”.

Il resto dell’assemblea, invece, si è scaldato molto. E l’attrito in aula è arrivato al punto che l’ultradestra di Alternative fuer Deutschland ha lasciato in massa l’aula. Quasi superfluo dire che non si è abituati a scene del genere a queste latitudini. Che la seduta potesse essere accesa era però previsto: i fatti di Chemnitz e di Koethen sono approdati in Parlamento, dove i deputati hanno affrontato l’emergenza est, dopo aver assistito nei giorni scorsi – in seguito alla morte di due cittadini tedeschi, avvenuta in entrambi i casi in risse scoppiate con migranti – a proteste di strada, agitate da neonazisti e populisti di destra.

“Non c’è alcuna scusa per sobillazione all’odio, parole naziste, attacchi a ristoranti ebrei e alla polizia”, e chi relativizza “sbaglia”, dice la cancelliera. Nella Germania divisa, la minoranza arrabbiata ha parlato per voce di Alexander Gauland: “è Merkel che mette a rischio la sicurezza interna del paese, non noi”, ha affermato il leader di Afd, elencando aggressioni e violenze perpetrate dai migranti. “L’odio non è un reato. Perché odiano i cittadini di Chmenitz? Perché sono cattivi’? O perché sono trattati male da una politica sbagliata?”.

Il primo a rispondere a muso duro è il socialdemocratico Martin Schulz. La cui grinta oratoria torna utile di questi tempi, dallo scranno di semplice deputato: “Ridurre una questione complessa a un solo problema, e ricondurlo a carico di una minoranza, quella dei profughi, è un metodo fascista. È già successo in questo paese che si facesse questo. Lei appartiene al letame della storia”.

Gauland replica piccato: “non scendo a questo livello e col fascismo non abbiamo niente a che fare, tentate solo di delegittimarci”. È un altro socialdemocratico a provocare però l’escalation: “L’estrema destra in parlamento è disgustosa. L’odio rende brutti guardatevi allo specchio!”. Quelli di Afd – che sembrano essersi in effetti allineati anche sulla decisione di guardare in cagnesco – hanno ritenuto che fosse troppo, e hanno lasciato il Bundestag.

(di Rosanna Pugliese/ANSA)

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