M5s: migranti, torna trincea ortodossa. Fico attacca

Migranti: manifestazione con magliette rosse a Torino
Flash mob con magliette rosse per l'iniziativa lanciata da don Luigi Ciotti, di Libera e Gruppo Abele, copn Arci, Legambiente, Anpi. Un gesto di solidarietà per ricordare i tanti bambini migranti morti in mare e, in generale, chi ha perso la vita nelle traversate. ANSA/ ALESSANDRO DI MARCO

ROMA. – Alle spalle delle aggressioni a sfondo xenofobo di questi giorni nel M5S si riaccende la trincea ortodossa, ed è ancora Matteo Salvini a finire nel mirino. L’atteggiamento del ministro dell’Interno continua a non piacere ad una parte del Movimento e se c’è chi preferisce chiudersi nel silenzio c’è anche chi reagisce con una certa veemenza aumentando, contemporaneamente, il pressing sui vertici Cinque Stelle e sul vicepremier Luigi Di Maio.

E’ ancora una volta Roberto Fico ad essere il punto di riferimento di quest’ala. Il presidente della Camera, in questi giorni, ha infittito i suoi rapporti con il mondo cattolico, a partire dall’incontro con il direttore di Civiltà Cattolica, Antonio Spadaro trovando diversi punti di contatto sulla visione dell’accoglienza. E oggi, ad una manciata d’ore dall’aggressione a Daisy Osakue, Fico sceglie di incontrare in piazza la protesta delle “Mani Rosse”.

“La Libia non è un luogo sicuro, i migranti non possono stare in luoghi dove manca la tutela dei diritti umani”, è l’affondo del presidente della Camera che, pur non citando mai Salvini, scava un nuovo solco tra la sua visione e quella della Lega. E’ un gesto anche simbolico, quello di Fico, con il quale il Presidente della Camera cerca di dare nuova linfa a quel “movimento di piazza” che, con i 5 Stelle al governo, ha perso progressivamente forza.

Non a caso, incontrando i diplomati magistrali che protestano davanti a Montecitorio invocando l’arrivo di Di Maio, Fico osserva: “chi manifesta a Montecitorio è anche un problema mio, ho passato anni qua fuori e non dimentico”. Ma la sua posizione non è che il vertice di una malessere, ancora minoritario, ma che ciclicamente torna a suonare l’allarme sul rischio di un fagocitamento del M5s da parte della Lega.

E così anche in questi giorni sui social spuntano i malumori. “Chi ricopre incarichi istituzionali deve pesare parole, perché creano effetto sdoganamento e imitazione”, sono le parole con cui il sottosegretario all’Istruzione Lorenzo Fioramonti si smarca da Salvini. Su episodi come quelli di Osakue “c’è una responsabilità politica da parte di chi speculativamente cavalca questi temi per avere qualche voto o vendere qualche copia in più”, gli fa eco il senatore Matteo Mantero.

Tutti mal di pancia che, in Parlamento, per ora non hanno conseguenze. Ma, sulla legittima difesa, vera e propria bandiera salviniana, l’ala ortodossa del M5S potrebbe farsi sentire. E non è un caso che il vicepremier Di Maio, interpellato sul rischio che tale misura accentui il fenomeno delle aggressioni xenofobe, freni. “Non c’è nessuna liberalizzazione delle licenze sul porto d’armi”, assicura il leader del M5S per placare i possibili dissensi.

(di Michele Esposito/ANSA)

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