Mattarella firma decreto terremoto, ma scrive rilievi a Conte

Mattonella legge il suo discorso dal leggio davanti al pubblico seduto
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel corso dell'incontro con i Magistrati ordinari. ANSA/UFFICIO STAMPA/PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA

ROMA. – Punti di criticità da sanare “in tempi brevi” per scongiurare una serie di rischi legati, in primo luogo, sopratutto all’eventuale proliferare del fenomeno dell’abusivismo edilizio e sui poteri di intervento della magistratura. Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella ha promulgato la conversione, con modificazioni, del decreto terremoto per le regioni interessate dagli eventi sismici del 24 agosto del 2016. Ma con diverse perplessità che non poteva non evidenziare.

Infatti, contestualmente, ha inviato una lettera al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, con la quale mette in luce alcuni aspetti del provvedimento che dovranno essere modificati per “ricondurre a maggiore efficacia la disciplina in questione”.

Pronta la risposta positiva del Governo che attraverso il ministro per i rapporti con il Parlamento, Riccardo Fraccaro, ha assicurato che “saranno apportati i correttivi più opportuni per accogliere quanto segnalato dal Presidente Mattarella”.

In primo luogo, ha segnalato Mattarella, siamo in presenza di un atto legislativo “i cui contenuti sono stati, in sede di conversione, notevolmente ampliati rispetto a quelli originari del decreto legge”. Si trattava, infatti, di un provvedimento “composto da un solo articolo” volto “a prorogare e sospendere i termini per adempimenti e versamenti tributari e contributivi”.

Nella legge di conversione, approvata il 19 luglio scorso, sono presenti invece “numerose altre disposizioni che disciplinano in chiave emergenziale, tra l’altro, i contributi e i finanziamenti per gli interventi di ricostruzione e recupero degli immobili, il ripristino dell’agibilità degli edifici, la riduzione degli oneri burocratici e amministrativi”.

I rilevi del Quirinale riguardano, in particolar modo, l’articolo 7 della legge che “suscita forti perplessità” seppure “non costituendo una palese violazione della legittimità costituzionale”. In tema di ‘interventi eseguiti per immediate esigenze abitative’, la norma stabilisce che “nelle aree colpite dal terremoto” possono essere utilizzati” in “sostituzione di immobili destinati ad abitazione principale e dichiarati inagibili”, opere come “manufatti leggeri e prefabbricati “realizzati o acquistati nel periodo compreso tra il 24 agosto 2016 e la data di entrata in vigore della disposizione, purché amovibili e diretti a soddisfare esigenze contingenti e meramente temporanee”. La norma prevede inoltre “l’obbligo di demolire o rimuovere queste opere nonché di ripristinare lo stato dei luoghi entro novanta giorni dall’emanazione dell’ordinanza di agibilità dell’immobile distrutto o danneggiato”.

Tra le principali criticità evidenziate dal Quirinale c’è il rischio di un utilizzo “perpetuo dell’immobile abusivo” costruito per l’emergenza abitativa e che può di diventare una sorta di “seconda abitazione”. La legge, è detto nella missiva inviata a Conte, stabilisce “una inedita sospensione della punibilità, riferita solo alle sanzioni penali previste” all’articolo 181 del codice di beni culturali, mentre “nulla si prevede in riferimento ad altre fattispecie (in materia di edilizia, urbanistica e tutela di aree protette) che spesso ricorrono nelle ipotesi di realizzazione di opere in assenza delle prescritte autorizzazioni in zone soggette a vincoli”.

In sostanza per il Quirinale “la ratio dell’intervento, volta a consentire l’utilizzo temporaneo di tali manufatti, potrebbe essere vanificata dalla possibile configurabilità di altre responsabilità penali non precluse da questa norma”. Inoltre, la “opportuna limitazione temporale dell’inapplicabilità delle sanzioni prevede” come termine finale il “novantesimo giorno dall’emanazione dell’ordinanza di agibilità dell’edificio distrutto o danneggiato”.

Mattarella sul punto fa notare come questo evento “potrebbe non verificarsi mai, determinando” un utilizzo “perpetuo dell’immobile abusivo, che diverrebbe, in tal modo, una seconda abitazione”. Altro aspetto su cui il Quirinale chiede all’Esecutivo di intervenire riguarda quanto previsto in merito “all’inefficacia, oltre che dei provvedimenti amministrativi, anche del sequestro preventivo”.

Per il Capo dello Stato questa “disposizione è lesiva della intangibilità dei provvedimenti giudiziari” perché sottrae “alla magistratura la esclusiva competenza a valutare i presupposti per il permanere delle misure di sequestro”. La legge, inoltre, contempla “solo il sequestro preventivo, non prendendo in considerazione quello ‘probatorio'” che può essere disposto dalla magistratura “in caso di attività edilizia svolta in assenza delle necessarie autorizzazioni”.

Lascia un commento