Decreto dignità: M5s “complottista”, Fico con Di Maio

Il presidente della Camera Roberto Fico (S) e Luigi Di Maio (D) nell'Aula della Camera.
Il presidente della Camera Roberto Fico (S) e Luigi Di Maio (D) nell'Aula della Camera. ANSA/ALESSANDRO DI MEO

ROMA. – Il caso Boeri e quello della “manina”, come l’ha chiamata Luigi Di Maio, che ha inserito la tabella che prefigura gli effetti negativi in termini di occupazione del decreto dignità solleva un nervo scoperto nel governo. Nel M5s cresce infatti l’onda “complottista”: i cinque stelle sono sempre più convinti che nei ministeri sia al lavoro un apparato ostile con l’obiettivo di sabotare l’interesse della maggioranza e il programma di governo giallo-verde.

L’allarme è altissimo. Il primo ad essere sospettato di “intelligenza col nemico” è stato il ministro dell’Economia, da giorni sotto la lente dei 5 Stelle che ne studiano dichiarazioni e prese di posizione neanche fosse un corpo estraneo alla maggioranza. E l’indice puntato contro la Ragioneria, rea di aver richiesto all’Inps un contributo per studiare gli effetti del provvedimento, sembra confermare i dubbi.

E’ un sentimento di “complotto” dei “poteri forti” verso il governo ‘populista’ che fa sempre più adepti. Al punto che anche il presidente della Camera, Roberto Fico, da giorni attento a prendere le distanze con la direzione presa dal governo soprattutto in materia di migranti, sembra volersi arruolare: se da un lato Fico, che è il punto di riferimento dell’ala ortodossa nel Movimento, combatte in solitaria la sua battaglia per portare avanti gli elementi di programma fondativi del M5s, dall’altro prende le difese del vicepremier Di Maio.

“Se Luigi ha detto così, io gli credo” sorprende Fico che non a caso si è guardato bene dal citare invece il ministro del Tesoro. E se nessuno, per ora neppure Di Maio, si spinge a chiedere le dimissioni del presidente dell’Inps Tito Boeri, il presidente della Camera si appella al capo del governo.

“Boeri è il presidente dell’Inps e di questo parlerà con Giuseppe Conte” dice in proposito. Giuseppe Conte però al momento si tiene alla finestra. Domani Boeri dovrebbe riferire in Parlamento e palazzo Chigi ascolterà quanto ha da dire prima di decidere una eventuale convocazione per un chiarimento.

Al momento però anche Conte difende il vicepremier e definisce molto poco plausibili le stime dell’Inps su un aumento della platea di disoccupati a causa del decreto guarda caso nato proprio per “combattere il precariato e l’abuso di contratti a tempo detereminato”.

A puntare l’indice contro la Ragioneria ci pensa invece il relatore per la commissione Lavoro della Camera, il 5 Stelle Davide Tripiedi: nessun lavoro analogo, fa notare, venne fatto neppure in occasione della relazione tecnica di accompagnamento al decreto-legge di abolizione dei voucher.

(di Francesca Chiri/ANSA)

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