Migranti: Roma, Vienna e Berlino cercano l’intesa a Innsbruck

Migranti vengono recuperati da un gommone alla deriva.
Migranti vengono recuperati da un gommone alla deriva al largo della Libia (Associated Press)

BRUXELLES. – Uniti dalla visione politica sovranista ma divisi da interessi contrapposti sui migranti: i ministri degli Interni Matteo Salvini, Horst Seehofer e Herbert Kickl, tenteranno di risolvere il rebus che li separa nell’incontro di Innsbruck. In gioco è la già paventata chiusura del valico del Brennero, per evitare i movimenti secondari dei profughi dall’Italia verso Austria e Germania, che rischia di scatenare un effetto a cascata di chiusure di confini interni che manderebbe in frantumi Schengen, minando il progetto dell’Unione alle fondamenta.

“Con Roma ci saranno colloqui molto difficili. Ma possono riuscire”. Seehofer, alla vigilia della sua trasferta tirolese, dove avrà una prima bilaterale col capo del Viminale, ha presentato il suo ‘masterplan’ insistendo sui “centri di transito” da cui “respingere” i richiedenti asilo “direttamente nei paesi competenti”.

Tre quarti dei profughi sono già registrati in Italia e Grecia. Ma “nel dossier italiano non c’è l’ipotesi di far rientrare chi è andato all’estero. E’ l’ultima cosa che può accadere”, ha avvertito Salvini, pur lasciando uno spiraglio: “Ci incontreremo per trovare un punto d’accordo”.

Il cosiddetto ‘asse dei volenterosi’ – che lega Roma, Monaco, e Vienna – si ricomporrà poi giovedì mattina, in una trilaterale, per proseguire nelle discussioni prima del confronto al tavolo col resto dei ministri degli Interni dell’Ue. L’Austria, presidente di turno del Consiglio dell’Unione, col cancelliere Sebastian Kurz ed il vicepremier Heinz Christian Strache la settimana scorsa, quando il disastro della chiusura delle frontiere bavaresi che avrebbe innescato un effetto domino in Europa sembrava inevitabile, aveva lavorato intensamente per trovare una soluzione europea.

Sul piatto dell’offerta all’Italia, in cambio dello stop dei movimenti secondari dei migranti, Kurz e Seehofer avevano promesso misure “per chiudere la rotta migratoria del Mediterraneo centrale”, muovendosi così nella direzione auspicata da Salvini. Resta però tutto da vedere, in che cosa si concretizzerà la loro proposta. D’altra parte l’Italia cerca sostegno politico in Ue per cambiare il mandato dell’operazione Sophia (in scadenza a dicembre 2018) ed evitare che tutti i migranti salvati nel Mediterraneo dalle navi che partecipano alla missione siano sbarcati nei suoi porti.

Se ne parlerà all’informale dei leader Ue, a Salisburgo, a settembre. La decisione sarà presa dai ministri degli Esteri dei 28, e dovrà essere all’unanimità, per questo servono alleanze. Salvini ne parlerà forse anche nel suo faccia a faccia col francese Gerard Collomb, che ha chiesto un incontro col capo del Viminale giovedì mattina.

Ma Roma cerca anche un aiuto più consistente in Libia e un aumento dei ricollocamenti. E già al vertice Ue di giugno la cancelliera Merkel aveva avvertito: “La Germania continuerà a prendere rifugiati sbarcati in Italia come ha fatto in passato solo se ci sarà un accordo con Roma sui movimenti secondari”.

La presidenza di turno austriaca intanto, nel suo documento che sarà la base di lavoro per la riunione dei 28 ministri, spinge sul rafforzamento delle frontiere esterne, sulla realizzazione di piattaforme di sbarco in Nord Africa e su centri di rimpatrio nei Paesi terzi. Tutte opzioni che a Salvini potrebbero piacere.

(di Patrizia Antonini/ANSA)