Tria conferma impegni Ue. Nel 2018 interventi a costo zero

Mario Draghi con il ministro dell'Economia italiano Tria.
Il Presidente della Bce Mario Draghi con il ministro dell'Economia italiano Tria. (ANSA)

LUSSEMBURGO. – Mentre il Governo italiano fa la voce grossa sui migranti, il ministro dell’economia Giovanni Tria arriva in Europa a rassicurare sui conti pubblici. Conferma la traiettoria del debito, che continuerà a scendere, e anche gli impegni sulla correzione da 0,3% del deficit strutturale, forse leggermente rivista a causa del rallentamento dell’economia europea, “ma la Commissione Ue già se lo aspetta”.

Un percorso che quindi consentirà quest’anno solo interventi “senza costi”. Del resto, chiarisce, l’Italia non può permettersi di deviare non a causa delle regole europee, ma per l’unico vincolo che ha davvero: i mercati e le loro reazioni, anche irrazionali, di cui comunque bisogna tenere conto.

Il ministro ha presentato il programma di Governo ai colleghi dell’Eurogruppo, come da consuetudine, e ha incontrato per la prima volta il vicepresidente Dombrovskis e il commissario Moscovici, sue interfacce quando si tratterà di negoziare flessibilità e riforme.

Con i due si è stabilito un clima “aperto e di collaborazione”, ma non si è affrontato il tema ‘caldo’: “Prima di parlare di margini dobbiamo far stime e vedere se abbiamo bisogno di margini”, ha spiegato, escludendo di fatto che l’Italia si avvii sul terreno rischioso dell’aumento del deficit per finanziare le misure contenute nel programma di Governo.

Anzi, rispondendo alle domande sul reddito di cittadinanza che il ministro Di Maio vorrebbe accelerare, misura che comunque deve ancora prendere una forma, Tria ha precisato che per il 2018 “i giochi sono fatti” perché è quasi finito. E quindi “ci muoveremo su interventi strutturali che non hanno costi ma sono importantissimi come far decollare gli investimenti pubblici”.

Ma non chiude a niente: la chiarezza sulle politiche economiche del Governo, spiega, si avrà con la nota di aggiornamento al Def. Dombrovskis, soddisfatto dell’incontro con il nuovo rappresentante italiano, gli ha ricordato anche che l’impegno di riduzione del deficit strutturale 2019 ammonta a 0,6%, quindi superiore allo 0,3% del 2018.

E ha ribadito quello che anche la direttrice del Fmi Christine Lagarde aveva detto ieri: i Paesi con alto debito devono usare questi “momenti buoni per l’economia per ridurre i livelli di deficit e debito pubblico in modo da assicurare un maggiore spazio di manovra al prossimo peggioramento economico”.

Il rispetto delle regole è un concetto su cui Tria sembra essere d’accordo: “E’ un segnale positivo che rafforza la fiducia che dobbiamo avere sui mercati”, perché “il vero vincolo del nostro operare è dettato da questo, non da regole della Commissione Ue”.

Il ministro ha anche preso posizione sulla riforma dell’Eurozona, e in particolare sulla roadmap franco-tedesca che si è discussa all’Ecofin per la prima volta. L’Italia è contraria a dare al fondo salva-Stati Esm un potere di controllo sui bilanci “perché non vogliamo che ci siano duplicazioni rispetto ai compiti di sorveglianza della Commissione”.

Ed è contraria anche ai tetti sugli npl: “Non si deve mai mettere target quantitativi perché può creare un problema di disturbo sui mercati”. Mentre sostiene qualunque appoggio alla crescita e tutti gli strumenti di risk sharing.

(dell’inviata Chiara De Felice/ANSA)

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