Savona: “Ho subito un grave torto da Mattarella”

L'economista Paolo Savona durante una conferenza espone le proprie idee.
Paolo Savona

ROMA. – Il vero europeista è chi chiede la riforma dell’Unione “per salvare gli obiettivi” che ci si erano “prefissi”: Paolo Savona dopo il no sul suo nome al ministero dell’Economia del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha portato al fallimento del tentativo di Giuseppe Conte di formare un governo sostenuto da Lega e M5s, torna a scegliere il sito “Scenarieconomici.it” per esprimere il suo pensiero.

“Ho subito un grave torto dalla massima istituzione del Paese – scrive – sulla base di un paradossale processo alle intenzioni di voler uscire dall’euro e non a quelle che professo e che ho ripetuto nel mio comunicato (di ieri, ndr), criticato dalla maggior parte dei media senza neanche illustrarne i contenuti”.

Savona ha parlato di “veti inaccettabili” e “infondati” sul Governo del professor Conte che “avrebbe potuto contare sul sostegno di Macron, così incanalando le reazioni scomposte che provengono dall’interno di tutti indistintamente i paesi membri europei verso le decisioni che aiutino l’Italia a uscire dalla china verso cui è stata spinta”.

Tra un mese, il 28 e il 29 giugno, è previsto a Bruxelles il Consiglio europeo. “Chi rappresenterà le istanze del popolo italiano?”, si domanda Savona. “Insieme alla solidarietà espressa da chi mi conosce e non distorce il mio pensiero – scrive Savona – una particolare consolazione mi è venuta da Jean Paul Fitoussi e da Wolfgang Münchau”.

Fitoussi – spiega – “afferma correttamente che non avrei mai messo in discussione l’euro, ma avrei chiesto all’Unione Europea di dare risposte alle esigenze di cambiamento che provengono dall’interno di tutti i paesi-membri; aggiungo che ciò si sarebbe dovuto svolgere secondo la strategia di negoziazione suggerita dalla teoria dei giochi che raccomanda di non rivelare i limiti dell’azione, perché altrimenti si è già sconfitti, un concetto da me ripetutamente espresso pubblicamente. Nell’epoca dei like o don’t like anche la Presidenza della Repubblica segue questa moda”.

“Più incisivo e vicino al mio pensiero – prosegue – è il commento di Münchau. Analizza come deve essere l’euro per non subire la dominanza mondiale del dollaro e della geopolitica degli Stati Uniti, affermando che la moneta europea è stata mal costruita per colpa della miopia dei tedeschi. La Germania impedisce che l’euro divenga come il dollaro “una parte essenziale della politica estera”.

Purtroppo, egli aggiunge, il dollaro ha perso questa caratteristica, l’euro non è in condizione di rimpiazzarlo o, quanto meno, svolgere un ruolo parallelo, e di conseguenza siamo nel caos delle relazioni economiche internazionali; queste volgono verso il protezionismo nazionalistico, non certo foriero di stabilità politica, sociale ed economica”.

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