Costituzionalista Francesco Clementi: “La legge di bilancio è il vero scoglio”

Francesco Clementi in primo piano durante un'intervista in tv.
Il costituzionalista Francesco Clementi (Askanews)

ROMA. – L’approvazione della legge di bilancio, che va presentata entro fine ottobre e varata entro fine anno, è uno dei grandi scogli all’orizzonte dopo che è saltata l’ipotesi di un governo M5S-Lega. E bisogna evitare lo spettro dell’esercizio provvisorio, durante il quale lo Stato sostiene le spese mese per mese con margini molto ridotti.

Un obiettivo che si coglie bene nell’analisi del costituzionalista Francesco Clementi. “Lo scenario più probabile – osserva il giurista – è che Cottarelli non ottenga la fiducia. A quel punto, si avrebbe un governo nominato ma sfiduciato, e i poteri tornerebbero nelle mani del Capo dello Stato, il quale potrebbe decidere di prenderne atto e incaricare un altro presidente del Consiglio, ma è irrealistico. Oppure il Presidente del Consiglio sfiduciato manterrà la guida del governo per l’ordinaria amministrazione fino a nuove elezioni. Il Paese non può stare senza un governo, che ancorché nominato e sfiduciato può svolgere l’ordinaria amministrazione”.

– Con dei limiti operativi?

“Il governo avrebbe limiti dettati dall’assenza di fiducia. Quindi, per esempio, non può trasmettere propri disegni di legge alle Camere, non può varare provvedimenti che presuppongano il rapporto fiduciario con le Camere; e questo è tanto più vero in un contesto politico fortemente frammentato, che punta al voto anticipato. Può invece intervenire in casi di straordinaria necessità e urgenza, come possono essere calamità o situazioni per le quali servano misure improrogabili”.

– In un quadro del genere, Mattarella deve quanto prima sciogliere le Camere?

“Nessuno vincola il Presidente a sciogliere le Camere dopo la sfiducia. Il Capo dello Stato può chiedere al governo di restare in carica per il disbrigo degli affari correnti. E’ chiaro che un governo senza fiducia sarà chiamato con il Capo dello Stato a fissare la data di nuove elezioni. Ma non c’è un obbligo a farlo entro un arco temporale ristretto, nel giro di pochi giorni”.

– Che succede alla legge di bilancio, la cui approvazione è passaggio centrale e ineludibile?

“Se Cottarelli non avrà la fiducia, si profilano nuove elezioni, presumibilmente a settembre. A quel punto, il varo della legge di bilancio passerà in eredità al nuovo governo e al nuovo parlamento. Se i tempi si allungano, l’ingresso del testo in aula a ottobre potrebbe essere posticipato di qualche giorno”.

– La legge elettorale, però non è cambiata. E dopo il voto potrebbe ripetersi una situazione di ingovernabilità. C’è il rischio dell’esercizio provvisorio?

“Ad oggi, non si può escludere che, dopo il voto, non si abbia una maggioranza definita, anzi. In quel caso si aprirebbe uno scenario inedito – come inedite sono elezioni a settembre – senza una maggioranza potenziale per approvare il bilancio. Ma questo è un quadro ipotetico, dobbiamo aspettare di capire non solo l’esito delle urne, ma anche quale sarà la situazione dei conti a novembre. Serve un’azione di responsabilità. L’esercizio provvisorio, al netto dello spostamento in avanti dell’approvazione del bilancio, nuocerebbe pesantemente alla credibilità del Paese e della sua politica economica. Per questo dobbiamo proteggere i conti pubblici”.

– L’impeachment?

“Non ha alcun fondamento giuridico e dal punto di vista della prassi, Mattarella si è mosso in continuità con le scelte operate dai suoi predecessori, da Ciampi a Napolitano”.

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