Bogotá. – Le voci di autorevoli ex presidenti riguardo il Venezuela non smettono di sentirsi e una tra le tante è quella dello spagnolo Felipe González. L’ex mandatario afferma che il regime di Maduro non durerà a lungo perché Il paese non potrà sostenere la distruzione alla quale è stato sottomesso.
Dalla Colombia, dove si è recato ad una riunione con Juan Manuel Santos e l’uruguayano José Mujica, per valutare gli accordi di pace con le FARC, l’ex mandatario ha parlato sulla situazione venezuelana. E González ha analizzato la situazione pre elettorale.
L’ex mandatario spagnolo pensa che non ci saranno cambiamenti dopo le elezioni e teme che il candidato, ex chavista, Henri Falcón, arrivi ad un patto con Maduro dopo i comizi per “salvare la sua immagine.”
González ricorda come Falcón avesse posto una condizione da compiere, cioè la partecipazione delle Nazioni Unite nel controllo di tutto il processo elettorale. Ma questa condizione -prosegue- non è stata fatta, anzi è stata soppressa, perciò indicherebbe l’esistenza di un patto tra i due.
Ha pure aggiunto che “quello che si sa da alcuni ambasciatori dell’UE è che Falcón stesso ha spiegato che ci sarebbe un accordo postelettorale che sigillerebbe nuovamente il regime chavista.
Per lo spagnolo la situazione -paese sarà la stessa dopo le elezioni ma è sicuro che il regime non potrà andare avanti per molto per ciò che sta accadendo: la popolazione vive di stenti, l’economia è distrutta (si prospetta il 13.000% di inflazione) e non ci sono istituzioni credibili e indipendenti. Inoltre, il governo è riuscito ad affondare anche PDVSA.
Dunque, lo spagnolo si chiede come possa andare avanti un paese in queste condizioni.
Che cosa accadrà?
González è dell’opinione che il regime si sta sgretolando da dentro ma non si azzarda a fare previsioni. Secondo l’ex presidente, c’è molta gente che non vuole continuare con la farsa e nemmeno con la distruzione del proprio paese. Sta sopportando persecuzioni e minacce.
E poi si riferisce al fatto che il Venezuela non è una isola dei Caraibi. Il suo problema sta oltrepassando le frontiere. Ad esempio, González crede che abbiano passato la frontiera colombiana più di un milione di venezuelani. Un problema grave se lo si paragona con l’Europa che ha difficoltà nel fronteggiare un milione di migranti pur avendo un PIL che supera di gran lunga quello colombiano.
“Nessun governo può resistere per anni una situazione così grave.” E spera che l’opposizione resista e rimanga unita magari nella nuova piattaforma che raggruppa tutti i settori democratici della vita sociale del paese, ma intanto, non deve partecipare alla messinscena elettorale.
Intervenzione in Venezuela
L’ex mandatario spagnolo ha affermato che non auspica nessuna intervenzione straniera e che non è mai stato contro il dialogo. Ma che un dialogo fatto per prendere tempo non serve a nulla e il Venezuela non ha tempo da perdere.
“Io non ho mai parlato con Zapatero sul Venezuela perché non c’è stata ancora l’occasione per farlo” – ha ribadito- riferendosi al ruolo dell’omologo nei falliti tentativi di dialogo in Dominicana.
Anche se non crede in una intervenzione straniera, González sostiene che le sanzioni potrebbero funzionare ma soltanto dirette ai depredatori del paese, non al popolo. Insomma, secondo il politico la migliore soluzione è che Maduro se ne vada.
Elezioni venezuelane: una buffonata
Un altro ex presidente che non crede nei comizi è Ricardo Lagos, ex mandatario del Cile. Lagos sostiene l’opposizione venezuelana, con al quale mantiene stretti rapporti giornalieri, e segue gli eventi politici del paese.
“E una messinscena pretendere di avere un processo elettorale nel quale l’immensa maggioranza dell’opposizione non può partecipare e dove si sono dettate regole per escluderla” ha detto Lagos.