Sos smog, colpito il 95% della popolazione mondiale

ROMA. – Che sia per gli scarichi delle auto, per le centrali a carbone o per le stufe a legna per cucinare o riscaldare le case il problema dell’inquinamento dell’aria riguarda praticamente tutto il mondo. Il 95% della popolazione mondiale, ha stimato un rapporto della ong statunitense Health Effects Institute, è esposto a tassi di inquinamento superiori a quelli indicati dalle linee guida dell’Oms, con il risultato di 6,1 milioni di morti dovuti a questo problema nel 2016.

Il rapporto integra i dati sull’inquinamento forniti dalle centraline ‘a terra’ con quelli satellitari, trovando cifre paragonabili a quelle stimate dall’Oms, che parla del 92% di popolazione esposta e 6,4 milioni di morti. Secondo i dati del rapporto un terzo della popolazione mondiale è esposto sia all’inquinamento esterno che a quello interno, provocato dai combustibili fossili usati per le stufe.

Secondo la stima circa 7 miliardi di persone vivono in zone in cui le polveri ultrasottili (pm 2,5) superano i limiti di 10 microgrammi per metro cubo indicati come ottimali dalle linee guida Oms mentre il 60% della popolazione mondiale vive dove le polveri superano i limiti meno stringenti di 35 microgrammi per metro cubo.

Il problema è più acuto in Asia, con India e Cina che da sole portano il peso di metà dei morti stimati, anche se gli sforzi di Pechino stanno facendo diminuire i tassi di inquinamento del paese. L’Italia, pur essendo lontana dai livelli asiatici, non è neanche nel gruppo dei migliori. Il rapporto indica per il nostro paese un tasso di polveri fra 10 e 15 microgrammi per metro cubo, che diventa fra 15 e 25 in Pianura Padana, mentre il tasso di mortalità è tra 10mila e 40mila persone l’anno.

“L’inquinamento – ricorda Bob O’Keefe, uno degli autori – rende più difficile respirare per chi ha problemi ai polmoni, provoca ricoveri all’ospedale e morti premature”. L’esatta mappa dei danni all’organismo derivanti dall’inquinamento è peraltro ancora non del tutto completata. Oltre agli intuibili effetti sui polmoni e sul sistema cardiocircolatorio, che provocano infarti e ictus, diverse ricerche scoprono sempre nuove relazioni tra malattie e esposizione.

Secondo uno studio pubblicato sul Journal of Environmental Research ad esempio, la progressione dell’Alzheimer dipende, oltre che dalla genetica e dall’età, anche dall’esposizione alle polveri sottili.

(di Pier David Malloni/ANSA)

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