M5s-Lega, intesa passa per “esplorazione” Casellati

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella con la presidente del Senato Elisabetta Casellati

ROMA. – Un mandato esplorativo alla presidente del Senato Elisabetta Casellati e l’incarico a Matteo Salvini. Passa per queste due variabili, che possono essere successive o alternative, la possibile intesa tra M5S e Lega. Un’intesa sulla quale resta cruciale il fattore tempo e che da oggi deve fare i conti con le regole del gioco del presidente Sergio Mattarella.

Anche per questo i margini della trattativa tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio si assottigliano notevolmente. Costringendo comunque i due leader a ragionare per fare un passo decisivo. E non è un caso che quello di oggi sia un venerdì di silenzio e riflessione. L’opzione di dare l’incarico a Salvini sarebbe stata avanzata dal centrodestra ieri di fronte al Capo dello Stato.

Ed è un’opzione che Mattarella ha preso in considerazione, tenendo conto della forza numerica della coalizione che fa ora capo a Lega-Fi ed Fdi. Resta da capire quando e come tale possibilità veda la luce. E’ possibile, salvo accelerazioni al momento non visibili, che a metà della prossima settimana Mattarella affidi l’esplorazione a Casellati.

E’ un’eventualità non certo inedita per la storia italiana. Accadde ad esempio nel 2008 quando, dopo la caduta del governo Prodi II, Giorgio Napolitano conferì il mandato esplorativo all’allora presidente del Senato Franco Marini. Una simile ipotesi servirebbe anche a dare altro tempo a Di Maio e Salvini. Ma non troppo, il tanto che basta per arrivare alle Regionali il 29 in Friuli Venezia Giulia.

E con un epilogo all’orizzonte: quello dell’incarico al leader della Lega, a prescindere dal raggiungimento di un accordo con il M5S per il governo. Una prospettiva che preoccupa tutti gli attori in campo. E che non piace a Di Maio, che vede vacillare l’obiettivo del premierato. Ed è, inoltre, una prospettiva che, come vuole Sergio Mattarella, mette i due di fronte all’urgenza di una soluzione, sbrogliando velocemente i nodi della premiership (rivendicata ora con forza dai 5 stelle) e dei rapporti tra Lega e Berlusconi (con l’onere per Salvini di trovare una soluzione che convinca di Maio, chiedendo eventualmente come contropartita per l’eventuale rottura con il Cav proprio la guida di palazzo Chigi).

Ieri, intanto, il nulla di fatto è stato traumatico. Girano due versioni a riguardo: la prima racconta che Di Maio, a metà pomeriggio, era quasi certo dello strappo di Salvini nei confronti di Silvio Berlusconi. La seconda imputa all’insistere di Di Maio sulla premiership la causa scatenante del mancato accordo con la Lega. Con un corollario, posto in evidenzia da ambienti di FI, che si dicono convinti del fatto che, fino a ieri mattina, l’accordo tra Salvini e Di Maio fosse in pratica deciso, quindi con più di un sospetto di doppio gioco da parte del Carroccio.

Al momento, la presenza di Berlusconi e la volontà del M5S di avere la premiership non permettono alcun avanzamento della trattativa. “Ma aspettiamo qualche evoluzione al nostro interno”, spiega una fonte autorevole del M5S ribadendo il secco niet all’ipotesi governissimo e ammettendo come solo un accordo con la Lega potrebbe sbloccare l’impasse.

In questo senso non sembrano aiutare – al dialogo e alla strategia di Di Maio – le stoccate di Alessandro Di Battista contro l’ex Cavaliere e la Lega. Stoccate che, si sottolinea nel M5S, sono espresse a titolo esclusivamente personale ma che sembrano la punta di un iceberg del malcontento interno al Movimento all’ipotesi di un accordo con la Lega.

La strada, insomma è più che mai difficile. E domenica sia Salvini sia Di Maio saranno al Vinitaly, una occasione che potrebbe trasformarsi, secondo rumors delle ultime ore, in un delicato vertice sul governo. Anche se dal movimento 5 stelle non vengono registrai al momento segnali in questa direzione.

(di Michele Esposito/ANSA)

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