Papa: “Capitalismo sfrenato, ricchezza per pochi”

Papa Francesco benedice la mensa di un gruppo di senzatetto a Roma.
Papa Francesco benedice la mensa di un gruppo di senzatetto a Roma.

ROMA. – “Il capitalismo sfrenato degli ultimi decenni ha ulteriormente dilatato il fossato che separa i più ricchi dai più poveri, generando nuove precarietà e schiavitù”. Lo sottolinea il Papa nella prefazione al libro “Potere e denaro” (a cura di Michele Zanzucchi, Città Nuova, in uscita giovedì 12 aprile) che raccoglie gli scritti dello stesso Bergoglio sull’economia.

Il Papa sottolinea “il paradosso di un’economia globalizzata” che “concentra nella mani di pochissime persone la stessa ricchezza che è appannaggio di circa metà della popolazione mondiale”. Il Papa chiede allora che “i poveri siano trattati meglio” e che “le ingiustizie diminuiscano”.

Poi ribadisce che bisogna smettere di “lucrare sulle armi” che alimentano le guerre e arricchiscono “i fondi di pochi, fondi spesso impersonali e maggiori dei bilanci degli Stati che li ospitano, fondi che prosperano del sangue innocente”.

Poi avverte: “Mi esprimo con sollecitudine anche perché sono cosciente che altre crisi economiche mondiali sono possibili”.

“Il nostro mondo è capace del meglio e del peggio” e “mentre in certe parti del pianeta si annega nell’opulenza, in altre – sottolinea ancora il Papa – non si ha il minimo per sopravvivere. Nei miei viaggi ho potuto vedere questi contrasti più di quanto mi sia stato possibile in Argentina. Ho visto il paradosso di un’economia globalizzata che potrebbe sfamare, curare e alloggiare tutti gli abitanti che popolano la nostra casa comune, ma che, come indicano alcune statistiche preoccupanti, concentra nella mani di pochissime persone la stessa ricchezza che è appannaggio di circa metà della popolazione mondiale”.

Per il Papa occorre “coscientizzare sulla gravità dei problemi” perché – dice ancora nella prefazione al libro che raccoglie i suoi scritti in materia di economia e finanza – “non basta un po’ di balsamo per sanare le ferite di una società che tratta spesso tutti e tutto come merce, merce che, quando diventa inutile, viene gettata via, secondo quella cultura dello scarto di cui ho tante volte parlato”.

“Prima da semplice cristiano, poi da religioso e sacerdote, quindi da Papa, ritengo che le questioni sociali ed economiche non possano essere estranee al messaggio del Vangelo”, conclude il pontefice.

(di Manuela Tulli/ANSA)

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