Propaganda Jihad sui social, fermato 19enne marocchino

Un fermo immagine tratto da un video dei carabinieri. ANSA/

TORINO. – Su Facebook, come foto di copertina, aveva postato un’invocazione alla buona sorte in vista di una importante impresa. Un riferimento inquietante, come le immagini che lo immortalano mentre finge di impugnare una pistola o di imbracciare un fucile in stile Mujaheddin. Ilyass Hadouz, 19 anni, nato in Italia ma di origini marocchine, è stato fermato all’alba. Istigazione a delinquere aggravata dalle finalità del terrorismo e partecipazione con finalità di terrorismo internazionale le accuse nei suoi confronti.

Il blitz dei carabinieri del Ros a Fossano, nel Cuneese, è il quarto degli ultimi giorni contro il terrorismo jihadista; il secondo in Piemonte, dove mercoledì la polizia ha arrestato Halali Elmahdi, 23enne italo-marocchino autore del primo testo di propaganda dell’Isis in italiano.

Una conferma – dopo l’arresto a Foggia di un egiziano accusato di far parte dell’Isis e l’operazione che nel Lazio ha smantellato la rete italiana dell’attentatore di Berlino Anis Amri – del fatto che l’allerta terrorismo in Italia è massima.

“E’ deprimente morire di vecchiaia”, scriveva Hadouz sui suoi profili social, chiaro riferimento alla morte nella concezione della shahid. “Ai miscredenti – è un’altra delle sue frasi – saranno destinati giorni neri che faranno imbiancare i capelli ai bambini…”, impegnati a “….toglierci la luce senza sapere che siamo l’oscurità…”.

Considerato un esempio di terrorismo ‘homegrown’, fatto in casa davanti allo schermo del computer, il giovane marocchino, denunciato lo scorso anno per un furto di cibo e bevande nel bar della parrocchia, qualche lavoro saltuario, aveva persino cambiato nome. Da Ilyass Hadouz a Ilyass El Magrebi, altra prova secondo l’accusa della sua radicalizzazione. Come le ore trascorse su internet, di notte, alla ricerca di materiale di propaganda riferibile al Daesh, l’altro acronimo che come Isis indicare lo Stato Islamico.

L’arresto su ordine della Procura di Roma, Gruppo Antiterrorismo, è scattato quando l’adesione di Hadouz alla Jihad è apparsa ancor più esplicita agli inquirenti, che hanno scoperto un ulteriore profilo Facebook del giovane, collegato a blog e community intrise di retorica jihadista.

“Non voglio essere cattivo profeta, però quando chiedevamo controlli, verifiche ed espulsioni dicevano che seminavamo odio, paura ingiustificata e temo che questa paura fosse più che giustificata”, commenta il leader della Lega, Matteo Salvini, mentre il vicepresidente leghista del Senato, Roberto Calderoli chiede di “fare piazza pulita dei cattivi maestri” e propone il censimento di tutti gli imam. Si dice “preoccupato” ma al tempo stesso “rassicurato” Davide Sordella, sindaco di Fossano, dove Hadouz viveva. Perché il terrorismo, dice, “è più vicino di quanto sembra, ma grazie alle forze dell’ordine parliamo di una azione di prevenzione e non di un fatto di cronaca”.

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