ROMA. – L’età media di uscita dal lavoro cresce nel 2017 ma resta ampiamente al di sotto dei quella di vecchiaia. L’anno scorso, secondo quanto risulta dalle tabelle pubblicate dall’Inps sulle pensioni liquidate nel 2017, l’età media di uscita è stata di 63 anni e mezzo (era 63,2 del 2016) a fronte dei 66,7 anni previsti per la vecchiaia degli uomini e dei 65,7 per le donne nel settore privato. Il dato risente dell’alto numero di pensioni anticipate.
E il tema degli anni di contributi necessari ad andare in pensione prima dell’età di vecchiaia è uno dei temi del dibattito politico anche considerando che dall’anno prossimo saliranno ancora arrivando per gli uomini a 43 anni e tre mesi (un anno di meno per le donne).
Tanto che subito intervengono i sindacati: la Uil, che chiede di introdurre flessibilità in uscita a 63 anni, e la leader Cgil, Susanna Camusso, che evidenzia l’urgenza di proseguire la trattativa sulla previdenza “per ottenere la pensione di garanzia per i giovani”.
Le pensioni erogate dall’Inps con esclusione del settore pubblico e di quello dello spettacolo erano a inizio 2018 nel complesso 17,88 milioni per una spesa di 200,5 miliardi di euro (+1,57% sul 2016). Oltre il 70% dei trattamenti è risultato inferiore ai 1.000 euro al mese con un picco per le donne (l’86% delle prestazioni è inferiore a questa cifra).
Bisogna sottolineare però che si tratta di pensioni e non di pensionati e poichè molti possono contare su più trattamenti la percentuale delle persone che sono sotto questo importo considerando l’intero reddito da pensione è più bassa (era del 39,1% nel 2016). Nel 2016 i pensionati totali (compresi quelli del settore pubblico) erano 16,06 milioni per 22,5 milioni di pensioni.
Le pensioni nel complesso inferiori a 750 euro sono oltre 11,1 milioni (il 62,2% del totale), quasi cinque milioni delle quali con titolari di prestazioni legate al reddito. Se si guarda solo alle pensioni delle donne (10,19 milioni in totale) gli assegni inferiori a 1.000 euro sono 8,7 milioni. Per le donne gli assegni fino a 500 euro sono 2,8 milioni (1,7 milioni per gli uomini. La pensione media (parliamo sempre di trattamenti singoli e non di importo complessivo per pensionato) è di 866,72 euro. Al Nord la pensione media è di 992 euro mentre al Centro è di 891 euro e al Sud di 698 euro. Le pensioni pagate all’Estero hanno un importo medio mensile di 245 euro.
Nel 2017 sono state liquidate 1.112.163 pensioni delle quali poco meno della metà (il 49,7%) di natura assistenziale). L’anno scorso si è registrato un boom delle pensioni anticipate rispetto all’età di vecchiaia dopo l’aumento nel 2016 di quattro mesi per i contributi necessari all’uscita.
Le pensioni dei lavoratori privati usciti dal lavoro con almeno 42 anni e 10 mesi di contributi (41 anni e 10 mesi per le donne) nel 2017 sono state 160.142 con una crescita del 25,35% rispetto al 2016. In pratica le pensioni anticipate rispetto all’età di vecchiaia prevista per il 2017 (66 anni e sette mesi per gli uomini, 65 anni e 7 mesi per le dipendenti private, 66 anni e un mese per le autonome) sono state più della metà (il 52,6%) di quelle complessive di vecchiaia, anticipate e prepensionamenti. L’incidenza delle pensioni agli invalidi civili al Sud è di 66,6 ogni 1.000 abitanti, un dato quasi doppio rispetto al Nord del Paese (37,4).
(di Alessia Tagliacozzo/ANSA)