Industria: frenata ricavi e ordini, ma sull’anno in rialzo

Gennaio parte in negativo, pesa crollo auto.

ROMA. – L’anno parte in salita per fatturato e ordinativi dell’industria italiana. L’Istat li vede entrambi in calo a gennaio. D’altra parte anche la produzione aveva fatto segnare una battuta d’arresto. Fin qui il dato mese su mese, se però si guarda più in là, nel confronto tra inizio 2018 e inizio 2017 sia i ricavi che le commesse sembrano continuare la loro corsa, con rialzi netti sia sul fronte nazionale che sui mercati esteri.

I cali di gennaio potrebbero poi scontare il confronto con un mese strano, soprattutto per i magazzini, come quello di dicembre (gli statistici lo definiscono “volatile”). E ancora, si può mettere in conto anche un ribalzo tecnico dopo tre aumenti consecutivi.

Comunque, passando ai numeri, sta di fatto che a gennaio le vendite sono scese del 2,8%. Un ribasso secco, come non se ne registravano da settembre del 2016, ovvero da sedici mesi. Peggio ancora è andata per gli ordini, spia di quel che accadrà nel prossimo futuro: scendono del 4,5%, tirati giù dalla domanda interna (-6,4%).

Su base annua la situazione invece è decisamente più confortante: il giro d’affari delle aziende resta positivo, seppure in frenata, segnando un aumento sostenuto, del 5,3%. Quanto agli ordinativi, non solo presentano il segno più ma accelerano, crescendo del 9,6%. Un ritmo questo più che doppio a confronto con lo stesso mese dello scorso anno. E non è solo l’export a spingere: corrono alla stessa velocità anche le richieste che arrivano dal territorio nazionale.

Analizzando i diversi settori, alle vendite non ha aiutato il crollo registrato per il comparto auto (-11%), mentre le commesse sono state sostenute dalle frecce del Made in Italy (chimica +8,5%, tessile +10,1% e macchinari +16,6%). Insomma i segnali sembrano contrastanti, dipingendo un quadro in chiaroscuro.

Per capirne di più bisognerà aspettare quindi i prossimi mesi. C’è poi da considerare che ricavi e ordinativi sono due variabili condizionate sia da volumi, dal quantum dell’attività industriale, che dai prezzi. Intanto gli economisti invitano alla prudenza.

“Il trend positivo del fatturato dell’industria italiana subisce una battuta d’arresto” che tuttavia “non deve ancora allarmarci, vi sono – osserva Nomisma – comunque alcuni segnali favorevoli”, a cominciare dagli incrementi su base annua, sintomo di una crescita “robusta”.

Di certo, secondo il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, per far ripartire l’Italia occorre innanzitutto “mettere al centro delle politiche economiche il lavoro”, tema che nel Mezzogiorno “è un grido di dolore”. Al momento però, dice, “temiamo che non ci sia una strategia Paese”.

Per Prometeia la Penisola sembra ormai avere impostato una velocità di crociera e per ora non si scorgono né pulsioni al ribasso né al rialzo. Dopo il +1,5% del Pil nel 2017, quest’anno ci si dovrebbe assestare su un +1,4%, prevede il rapporto della società bolognese. Ma la partita per il 2018, statisticamente, è ancora al fischio di inizio.

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