Padoan: “Con evasione più tasse sugli onesti. Tolleranza zero”

Modello della cartella fiscale. Condono
Agevolazioni fiscali per il rientro degli italiani all’estero.

ROMA. – L’evasione fiscale altera la concorrenza, ma soprattutto pesa sui cittadini onesti, costretti a pagare più tasse per compensare chi il fisco lo evade o lo elude. Per questo il fenomeno va contrastato non lasciando spazio a nessun tipo di tolleranza, agendo però con discernimento e stabilendo finalmente un vero rapporto di fiducia tra Stato e cittadini.

Pier Carlo Padoan, ministro uscente del governo Gentiloni, torna così su uno temi più approfonditi della legislatura, contraddistinta dalla delega fiscale che ha rivoluzionato l’approccio del fisco nei confronti del contribuente, ma che non ha ancora ribaltato del tutto la mentalità che porta alle pratiche scorrette nei confronti dell’amministrazione.

“L’evasione e l’elusione fiscale sono fenomeni ugualmente rilevanti che causano un’alterazione delle regole della concorrenza e un aumento della pressione fiscale individuale a danno dei contribuenti che non evadono”, ha sottolineato Padoan partecipando alla presentazione di un manuale operativo anti-evasione della Guardia di finanza.

Va quindi portata avanti la lotta che in questi anni ha fruttato entrate record, non solo per la rottamazione delle cartelle e la voluntary disclosure sui capitali detenuti all’estero, ma anche per le novità (dal tax ruling all’interpello) introdotte proprio dalla delega fiscale.

“La strategia dell’emersione del sommerso implica che il dovere fiscale sia profondamente condiviso nella collettività”, ha continuato il ministro, auspicando un vero cambiamento di “etica”. Quello che deve diffondersi è il “senso di legalità” che “impegna a respingere ogni tolleranza verso l’evasione fiscale”.

In questo senso l’Agenzia delle Entrate non deve porsi in contrapposizione con i cittadini, ma agire perché quell’etica penetri nella società. Deve quindi optare per meno controlli a tappeto e azioni più incisive contro i contribuenti che non collaborano con il fisco e mostrano profili di più alto rischio di evasione.

L’Agenzia, ha spiegato il direttore Ernesto Maria Ruffini, vuole “ridurre la conflittualità che ha caratterizzato la storia passata a favore dell’adempimento spontaneo”. L’ approccio deve privilegiare “l’analisi del rischio per evitare azioni repressive indiscriminate”.

Stessa logica a cui è ispirato il nuovo manuale della Guardia di Finanza, nato proprio, secondo il comandante generale, Giorgio Toschi, per orientare i reparti verso l’attuazione concreta del nuovo corso dell’amministrazione fiscale.

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