Crolla ex monastero a Napoli: quattro operai feriti

Il muro perimetrale di un ex monastero crollato in via San Paolo, nella zona dei Tribunali a Napoli, 16 marzo 2018. Quattro gli operai coinvolti, tutti ora in ospedale per accertamenti. ANSA

NAPOLI. – I palazzi accanto hanno iniziato a tremare. E poi una gran polvere. E le urla, quelle degli operai. Erano da poco passate le nove quando nel cuore del centro storico di Napoli sono crollati due pilastri con le relative volte nel chiostro del Monastero San Paolo. C’erano dei lavori di ristrutturazione in corso e c’era un gruppo di operai. Uno è finito sotto le macerie, altri tre sono rimasti feriti. Per fortuna sono tutti vivi.

C’è chi, nella stretta via San Paolo, si è accorto di quanto accaduto dal forte boato. Tra tutti, e per primo, è intervenuto Rosario che abita proprio lì accanto. É un vigile del fuoco, in quel momento non era in servizio, e la moglie, Vittoria, è una volontaria della Croce Rossa. É stato lui ad entrare per primo nel chiostro e a rendersi conto che l’operaio rimasto sepolto dalle macerie rischiava davvero la vita.

Ha iniziato a scavare, con le mani, e un altro operaio lo ha aiutato. “Aveva paura, avevamo paura perché c’erano parti che ancora potevano crollare. Ma c’era una vita da salvare e non ci siamo fermati” racconta. E poi sono arrivati i Vigili del Fuoco e Luigi Disidoro, che lavora poco distante. “Gli amici dell’operaio sotto le macerie erano disperati, urlavano ‘aiuto’, aiuto’. Non volevano andare in ospedale, anche se uno aveva la testa insanguinata, perché non volevano lasciare il loro amico da solo”, dice”.

E così, in quelli che il vice dirigente dei Vigili del Fuoco, Domenico Caputo, definisce “momenti interminabili”, si è iniziato a scavare con le mani perché l’uso dei mezzi meccanici avrebbe potuto comportare delle vibrazioni e, quindi, ulteriori crolli. “Lo abbiamo tirato con i pantaloni, aveva bisogno di ossigeno – dice – sono stati momenti interminabili perché noi stessi stavamo rischiando la vita”.

Difficile, almeno per ora, stabilire le cause del crollo. L’area interessata dalla ristrutturazione, che non era abitata, era delimitata e gli operai erano in regola. “Bisogna ricostruire il progetto di cantiere, adesso non si può dire nulla, dice il vice dirigente dei Vigili del Fuoco. Sul posto è arrivato anche il geometra Luigi Pezzella, dell’ufficio Sicurezza abitativa del Comune di Napoli.

Anche lui non si sbilancia su quello che sia potuto accadere: “La pioggia, ma anche un quadro fessurativo pregresso molto grave che forse doveva essere puntellato meglio”.

Il chiostro dove si è verificato il crollo è sotto sequestro e controlli sono in corso per continuare a rendere fruibile la parte del Monastero, invece, abitata dai monaci. La Procura ha avviato un’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Giuseppe Lucantonio; sul luogo del crollo si è recata il pm Giuliana Giuliano che ha svolto i primi accertamenti.

Intanto restano in prognosi riservata due dei tre operai rimasti feriti. Entrambi erano stati ricoverati in codice rosso. Secondo il bollettino medico dell’Ospedale Cardarelli, un operaio, 45 anni, ha registrato un trauma da caduta, contusione polmonare e non ha fratture. L’altro, 33 anni, che è rimasto sotto le macerie, ha invece un trauma da schiacciamento, una vasta ferita lacerocontusa del cuoio capelluto sanguinante, e anche fratture vertebrali senza compromissione del canale vertebrale, frattura del femore, della tibia e del perone; resta in osservazione intensiva e in prognosi riservata.

(di Patrizia Sessa/ANSA)

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