Scuola, Mattarella: “Inammissibili le aggressioni ai docenti”

scuola
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella osserva i lavori realizzati dagli studenti vincitori del XVI concorso nazionale promoso dal Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca dal titolo "I giovani ricordano la Shoah", Roma, 25 gennaio 2018. ANSA/ UFFICIO STAMPA QUIRINALE - PAOLO GIANDOTTI

ROMA. – “Episodi incivili, inammissibili”. Sergio Mattarella non usa mezzi termini per definire le aggressioni subite dai docenti all’interno delle scuole, da parte di alunni o – ancor peggio – genitori. Il Capo dello Stato parla dopo una serie episodi che di recente sono balzati agli onori delle cronache: dall’accoltellamento di un’insegnante per mano di uno studente di 17 anni a Santa Maria a Vico (Caserta) fino al pestaggio da parte di un papà ai danni di un vicepreside di Foggia che, dopo le botte, ha avuto ben 30 giorni di prognosi.

“Quelle del Presidente della Repubblica sono parole importanti”, dice la Ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli che ringrazia Mattarella “per avere sottolineato l’importanza di un rinnovato rapporto di fiducia fra la scuola e le famiglie”.

“Abbiamo ascoltato spesso notizie di aggressioni ai docenti. Si tratta di episodi incivili e inammissibili. Ma quando i genitori si permettono un atteggiamento di contrapposizione alla scuola vanno anche contro l’interesse dei propri figli, perché sono la collaborazione, il dialogo, lo scambio di opinioni tra famiglia e scuola che consentono a ciascun ragazzo e ragazza di esprimersi con pienezza”, ha detto Mattarella rispondendo alle domande di un gruppo di studenti ricevuti al Quirinale.

Dello stesso avviso il presidente dell’associazione nazionale presidi (Anp) Antonello Giannelli: “Il Capo dello Stato ha ragione, la scuola non può essere lasciata sola – ha affermato -. Non è un problema che si può risolvere solo dall’interno. Serve un’azione culturale di più ampio respiro. Noi, come presidi, facciamo quadrato insieme ai docenti e mettiamo in atto tutte le misure possibili all’interno degli istituti ma serve una riflessione più vasta sul valore che si vuol dare oggi all’istituzione scolastica, che è motore del futuro”.

A suo parere “le aggressioni fisiche agli insegnanti costituiscono solo la punta dell’iceberg. Fortunatamente sono una piccola minoranza, ma sicuramente sono il sintomo di un malessere più ampio”.

“Compito della scuola è rimuovere gli ostacoli che impediscono la piena crescita di ogni individuo. E la scuola può assolvere a questo compito solo se ha il supporto e la collaborazione di tutta la comunità educante, di cui anche le famiglie fanno parte. La scuola non si aggredisce, la scuola si sostiene”, sottolinea Fedeli.

Ma i fatti di cronaca degli ultimi giorni raccontano altro. Ad Avola (Siracusa) dopo un rimprovero tra le mura scolastiche due genitori sono piombati a scuola e hanno rotto una costola ad un professore di educazione fisica. Vicino Piacenza un’insegnante di 65 anni è finita al pronto soccorso dopo i colpi al braccio ricevuti da un ragazzino.

I sindacati sono tornati a sollecitare interventi, anche perché solo nella provincia emiliana si sarebbero verificati casi analoghi: per esempio quello di una docente finita nel mirino di un gruppo di bulli, suoi allievi, con il lancio di chewing gum tra i capelli.

Lascia un commento