Allarme degli 007 Usa: “Non comprate smartphone cinesi”

Un uomo camminando di fronte all'entrata di un negozio Huawei. hitech
Un uomo camminando di fronte all'entrata di un negozio Huawei. FOTO EPA/OLE SPATA

NEW YORK. – No agli smartphone cinesi sul mercato americano: possono favorire lo spionaggio. E’ l’allarme lanciato dall’intelligence americana che, compatta, invita a non acquistare cellulari Made in China, come quelli prodotti da Huawei e ZTE. Fbi, Cia e National Security Agency parlano di rischi per la sicurezza nazionale, ma l’avvertimento potrebbe avere anche un altro significato e rientrare nella guerra commerciale dell’amministrazione Trump portata avanti con la politica dell’America First.

Insomma, una sorta di dazio ‘indiretto’ sui prodotti cinesi. “Siamo profondamente preoccupati per i rischi che comporta il consentire a società o entità legate a governi stranieri che non condividono i nostri valori di guadagnare posizioni nelle nostre reti di telecomunicazione”, ha affermato il direttore dell’Fbi, Chris Wray, mettendo in evidenza come un’avanzata di Huawei sul mercato a stelle e strisce offrirebbe alla Cina la capacità di “spiare senza essere scoperta”.

Per Huawei si tratta di un colpo durissimo: lo scorso settembre, anche se per un breve periodo, ha superato Apple affermandosi come secondo produttore al mondo di cellulari grazie al suo successo in Asia. Negli Stati Uniti però non riesce a decollare, nonostante molti esperti del settore ritengano i suoi prodotti di gran lunga migliori di molti di quelli in circolazione negli States. Eppure Huawei sembrava essere riuscita a spuntarla nei mesi scorsi raggiungendo un’intesa preliminare con At&t. L’accordo è però saltato all’ultimo momento, a poche ore dal suo annuncio ufficiale: At&tsi è tirata indietro disdicendo l’intesa in seguito a pressioni politiche.

Oggi, alla bocciatura dell’intelligence americana, Huwaei ha risposto secca: “Una serie di attività del governo degli Stati Uniti sembrano destinate ad inibire il business della società sul mercato americano. Siamo ritenuti affidabili dai governi e dai consumatori di 170 paesi. Siamo impegnati nella trasparenza in qualsiasi cosa facciamo”, ha affermato la società cinese.

Stesso tono quello usato da ZTE: “Come società quotata siamo impegnati a rispettare tutte le leggi americane. I nostri cellulari e i nostri dispositivi incorporano chip, sistemi operativi e altri componenti prodotti negli Stati Uniti”. Dietro la netta bocciatura dell’intelligence alcuni sospettano ci sia la guerra commerciale neanche troppo velata in corso fra Stati Uniti e Cina.

Trump, che ha puntato più volte il dito contro il pesante deficit commerciale americano nei confronti di Pechino, ha imposto dazi fino al 50% sulle lavatrici importate per i prossimi tre anni e fino al 30% sull’importazione di pannelli solari per i prossimi quattro anni. Una decisione anche in questo caso non diretta esplicitamente contro la Cina, ma che ha scatenato l’ira di Pechino e Seul. Ora l’allarme dell’intelligence potrebbe ulteriormente inasprire lo scontro.

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