Torino Capital: nuovo DICOM stabilisce unico tipo di cambio

Le analisi di Torino Capital sulla convenzione del cambio No 39, indicano che ora funziona un unico tipo di cambio.
Le analisi di Torino Capital sulla convenzione del cambio No 39, indicano che ora funziona un unico tipo di cambio.

Caracas. – L’opinione sulla convenzione cambiaria 39 è favorevole, tutto sommato, tranne alcuni dubbi leciti.  Torino Capital vede con buon occhio l’adozione di un unico cambio stabilito dall convenzione cambiaria no 39 della Banca Centrale del Venezuela, o nuovo DICOM. La banca d’affari ammette che il no 39 è migliore delle precedenti perchè stabilisce che le operazioni cambiarie verranno eseguite con un solo tipo di cambio determinato dal mercato.

Tuttavia rimangono alcuni dubbi soprattutto riguardo il funzionamento dell’accordo. La banca d’affari dubita sulla capacità delle autorità per svolgere riforme in politica economica. Questo perché i risultati ottenuti finora in materia economica sono scarsi.

Cautela richiesta

Torino Capital suggerisce cautela. “Bisogna aspettare per osservare come si svilupperà il nuovo sistema per capire le implicazioni. Queste riforme sembrano aprire la porta per il sistema cambiario più flessibile che ci sia stato dal 2010.”

 La banca d’affari valuta il prezzo del dollaro, consistente con un tasso nominale equilibrato per gennaio, tra i 46.000 e gli 80.000 Bolivares
La banca d’affari valuta il prezzo del dollaro, consistente con un tasso nominale equilibrato per gennaio, tra i 46.000 e gli 80.000 Bolivares

Ma le stime di TC indicano che la quotazione del dollaro per il nuovo DICOM non sembra quella giusta per iniziare con buon piede. La banca d’affari valuta il prezzo del dollaro, consistente con un tasso nominale equilibrato per gennaio, tra i 46.000 e gli 80.000 Bolivares. Quindi, se il nuovo tipo di cambio viene quotato a 3.345 Bolivares, la distorsione del mercato cambiario del paese continuerà.

Solamente mercato privato

Torino Capital mostra qualche perplessità anche riguardo l’articolo no 1 della convenzione, nel quale si stabilisce che soltanto il settore privato parteciperà al nuovo sistema, e questa volta sarà l’unico offerente di valuta estera. Una differenza notevole con gli accordi precedenti nei quali interveniva il settore pubblico.

“Anche se il cambio si è flessibilizzato, è difficile credere che i privati offriranno divisa estera se questa viene quotata al ribasso. Perché potrebbero ottenere molto di più rivolgendosi al mercato parallelo” osserva.

“Solamente le multinazionali che operano nel paese, potrebbero essere le uniche fonti di valuta per non esporsi a rischi legali” ribadisce Torino Capital.

Ma questo è da vedersi.

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