Conindustria, 1000 aziende a rischio chiusura nel 2018

Conindustria, non vi saranno nuovi investimenti nell’industria privata -----------------------------------------------------------------------------------------

 

Conindustria, molte aziende si trovano sull’orlo del fallimento per le politiche sbagliate adottate dal governo
Conindustria, molte aziende si trovano sull’orlo del fallimento per le politiche sbagliate adottate dal governo

Caracas. – Conindustria coincide con Fedecamaras. La situazione finanziaria del paese sta tornandosi insostenibile. I troppi controlli sui prezzi e sul normale andamento economico, e la smisurata quantità di liquidità immessa in circolazione dal governo, stanno distruggendo il tessuto produttivo del paese.

Il presidente di Conindustria, Juan Pablo Olalquiaga, ha reso pubblica la sua opinione durante la presentazione del bilancio y le prospettive a futuro di Conindustria. Secondo l’imprenditore, per lo meno 1000 aziende, cioè il 27% del settore industriale, non apriranno le loro porte nel 2018 perché la situazione economica del paese è peggiorata molto nel 2017.

Secondo un sondaggio fatto da Conindustria a novembre di quest’anno, il 45,54% delle aziende che funzionano in Venezuela non potranno sopravvivere molto più in là di due anni.

Le statistiche, inoltre, indicano che gli impieghi diretti nel settore industriale sono all’incirca 300 mila in 3800 aziende e non si sa quanti ne verranno persi.

Fluttuazione dei prezzi supera il 50% mensile

I prezzi hanno superato il 50% di aumento mensile. Per alcuni economisti, questa cifra marca l’inizio del ciclo iperinflazionario. E, secondo le stime di Fedecamaras, La Federazione delle Camere e Associazioni di Commercio e Produzione del Venezuela, il paese, purtroppo è entrato in iperinflazione.

“È una situazione drammatica dalla quale nessuno scappa. Rimaniamo tutti senza capitale che si dimezza in continuazione. Il governo ha immesso nel mercato più di 900% di liquidità e questo non fa altro che buttare legna nel fuoco per l’inflazione.”

Inoltre, Larrazábal, il presidente di Fedecamaras, ha informato che hanno calcolato una contrazione della produzione nel settore primario intorno al 60 o 70%. La diminuzione è avvenuta soprattutto per il mais giallo e bianco, per il sorgo, perché i produttori non hanno potuto seminare. E non sono riusciti a farlo perché non riescono ad ottenere normalmente valuta estera per poter importare quello che è necessario per la semina.

Negozi sotto attacco

All’iperinflazione, si aggiunge un altro problema. Gli esercenti sono continuamente controllati dai funzionari del Sundde, la Superintendencia Nacional para la Defensa de los Derechos Socioeconómicos. I controlli non fanno altro che peggiorare la situazione e ora i commercianti sono stati anche obbligati a ridurre il 50% sul prezzo dei beni che vendono.

Quindi, questa situazione non farà altro che aumentare le difficoltà nel paese. Già dal mese di gennaio, molti negozi potrebbero chiudere i battenti con la susseguente perdita di posti di lavoro.

E, purtroppo, molti negozi hanno già preferito chiudere piuttosto che perdere tutto.

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