Il governo non convince la Cgil, Camusso chiama la piazza

Camusso chiama la piazza
Camusso chiama la piazza

ROMA. – Non sono bastati gli aggiustamenti dell’ultimo minuto sul pacchetto di misure sulla previdenza del Governo a convincere la Cgil: Susanna Camusso ha definito insufficiente l’insieme delle proposte presentate dal premier, Paolo Gentiloni, ai sindacati e ha annunciato l’avvio di una mobilitazione che partirà sabato 2 dicembre con 5 manifestazioni territoriali, di cui una a Roma. Cisl e Uil hanno invece dato un giudizio articolato ma di fatto positivo sul pacchetto e sull’impegno a proseguire il confronto su giovani e donne.

Oltre allo stop a quota 67 anni nel 2019 per 15 categorie di lavori gravosi e la revisione del meccanismo per il calcolo dell’adeguamento dell’età pensionabile alla speranza di vita dal 2021, già annunciati negli scorsi incontri, sono arrivati aggiustamenti sulle platee (con l’inserimento dei siderurgici di prima fusione) e nuove aperture sull’Ape sociale.

 

Questo ammortizzatore sarà accessibile nel 2018 ai lavoratori impegnati nelle 15 attività gravose (dalle 11 attuali) mentre saranno previsti requisiti ridotti per le donne che hanno avuto figli. Sarà prevista una riduzione del requisito contributivo di un anno per ogni figlio fino a un massimo di due anni. Il Governo inoltre ha ricordato le risorse stanziate sulla previdenza dall’anno scorso con 7 miliardi in 3 anni e gli ulteriori 300 milioni previsti per questo pacchetto. Le misure proposte saranno inserite in un emendamento alla legge di Bilancio.

Sul documento non è stato espresso un giudizio scritto, evitando così di formalizzare la spaccatura tra i sindacati con un accordo separato. “Siamo convinti – ha detto Gentiloni aprendo l’incontro – che nell’ambito di una legge di Bilancio che già, pur con risorse limitate, viene incontro a numerose esigenze sociali e espresse dal mondo del lavoro, abbiamo messo insieme in queste tre settimane un pacchetto di misure molto rilevante e sostenibile. Più sostegno avrà dalle forze sindacali più sarà forte nel trovare spazio compiuto nella legge di Bilancio, come si dice in gergo, sarà più blindato”.

“Confermiamo il giudizio di grande insufficienza rispetto all’impegno che aveva preso il Governo – ha detto Camusso – le distanze sono evidenti. Per noi la vertenza resta aperta. Il 2 dicembre ci sarà la mobilitazione”. Al momento sono previste 5 manifestazioni, la principale a Roma, a piazza del Popolo, con la segretaria generale (le altre a Torino, Bari, Cagliari, Palermo). “Parliamo di risorse già stanziate – ha detto – non aggiuntive, per noi in questo pacchetto ci sono 63 milioni, non 300”.

La Cisl ritiene “che il percorso prospettato dal Governo e la sintesi fatta – ha detto Annamaria Furlan, che parla di legge Fornero scardinata – siano assolutamente positivi”. Le valutazioni, ha aggiunto, si fanno “sull’esistente, non sui desiderata. Babbo Natale non esiste. Aver messo in sicurezza tanti lavoratori per cui lo scatto c’era è un buon lavoro che va tutelato. Bisogna stare con i piedi per terra”.

“Se partiamo dalla valutazione che le risorse sono scarse – per il leader Uil Carmelo Barbagallo – abbiamo fatto il massimo possibile con le condizioni economiche date. Abbiamo aperto una breccia sulla rigidità della legge Fornero” ottenendo il riconoscimento che i lavori sono diversi. Il giudizio della Uil è “articolato”. Ora si apra la “terza fase”.

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