Renzi punta su vitalizi, resistenze dem al Senato

In una foto d'archivio del 2017 il tabellone elettronico con il risultato del voto in aula al Senato durante la fiducia posta dal governo sulla legge elettorale Rosatellum.
In una foto d'archivio del 2017 il tabellone elettronico con il risultato del voto in aula al Senato durante la fiducia posta dal governo sulla legge elettorale Rosatellum. ANSA/ANGELO CARCONI
Il tabellone elettronico con il risultato del voto in aula al Senato durante la fiducia posta dal governo sulla legge elettorale Rosatellum. ANSA/ANGELO CARCONI

 

 

ROMA. – All’indomani del voto in Sicilia che ha visto il Pd sconfitto, Matteo Renzi va avanti come se nulla fosse e sfida i suoi rilanciando sui vitalizi: tema che vuole intestarsi a tutti i costi su M5S in vista della campagna elettorale. E che ha messo all’ordine del giorno della direzione tra le perplessità dei suoi.

“Ma vi sembra normale che il giorno dopo un voto così devastante noi si vada a parlare in direzione dei vitalizi? E’ una pura follia!” commenta un senatore definito tempo fa di “stretta osservanza renziana” che assicura sin da ora il suo voto contrario.

Dal commento, niente affatto isolato, si capisce quanto sarà difficile che il testo che porta la firma di Matteo Richetti (Pd) veda la luce a Palazzo Madama entro la legislatura. In realtà, spiegano alcuni Dem, il partito avrebbe commissionato dei sondaggi dai quali emergerebbe che sono tre i temi sui quali il Pd si gioca molto sempre in vista del voto: vitalizi, banche e ius soli.

Ed è per questo che Renzi vorrebbe insistere sul primo, anche se il rischio è che alla fine si trasformi in un boomerang contro il partito. Nel caso in cui si dovesse andare alla conta e le perplessità fossero molte (la fiducia è impossibile perché è tema parlamentare), il Pd potrebbe uscirne con le ossa rotte. A meno che, vedendosi “messi alle strette” da Renzi, non si decidesse di cambiare il testo o si scegliesse di affidare ai Consigli di presidenza di Camera e Senato anche la determinazione del quantum senza ricorrere ad una legge ordinaria.

“Il fatto – si insiste tra i Dem – è che se si rimettesse mano ai vitalizi per i parlamentari si creerebbe un pericoloso precedente per tutti i cittadini e Boeri non vede l’ora che ciò avvenga…”. Basta leggersi poi quello che hanno detto i costituzionalisti in audizione per capire “quanto questo ddl sia assurdo e incostituzionale”.

In attesa di capire quali decisioni verranno prese in direzione sul punto, e di vedere cosa succederà domani sull’altro tema caldo, cioè le banche, con il confronto all’ok Korral tra Bankitalia e Consob in commissione, al Senato si torna a parlare di ius soli.

L’ occasione la offre la presentazione di un e-book messo a punto da Neodemos con il contributo di Bankitalia che raccoglie interventi e dati su una norma “strumentalizzata dalla propaganda politica”. “Certo che è possibile approvare lo ius soli entro la fine della legislatura”, assicura il ministro Anna Finocchiaro. E il “nostro impegno nelle prossime settimane”, insiste la vicepresidente del Senato Rosa Maria Di Giorgi, “è trovare i voti necessari per l’Aula”.

Il fatto, si osserva tra i Dem sempre alla luce dei sondaggi, è che sullo ius soli il partito ha già perso tutti i consensi che poteva perdere, ma ora non può restare in mezzo al guado. E’ costretto ad andare avanti per poter recuperare i voti di quelli che guardano con favore alla norma. Ma anche questo compito non sarà facile. Non solo per i numeri ancora incerti, ma anche perché c’è chi pensa che dopo tanta propaganda a sfavore gli elettori difficilmente capiranno.

(di Anna Laura Bussa/ANSA)

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