M5S evoca brogli e rilancia: “Da qui onda per governo”

Giancarlo Cancelleri (d) con il candidato premier del M5s Luigi Di Maio a Caltanissetta. ANSA / CIRO FUSCO
Giancarlo Cancelleri (d) con il candidato premier del M5s Luigi Di Maio a Caltanissetta. ANSA / CIRO FUSCO

CALTANISSETTA. – Prima forza politica, senza governo. Prigioniero della sua ortodossia anti-alleanze e incapace di portare alle urne più gente del 2012 il M5S esce dalla Sicilia da secondo. Ma, dai vertici in giù, affida la giornata della sconfitta a un moto d’orgoglio, evocando brogli di una “vittoria contaminata” e rilanciando la perfomance isolana in chiave nazionale: “dalla Sicilia parte un’onda che ci può portare al 40%, a chiedere l’incarico di governo al Colle”, scandisce Luigi Di Maio.

Di Maio arriva con Cancelleri al Comitato elettorale nisseno solo a tarda sera. C’è da metabolizzare una sconfitta che, con il passare delle ore, si fa via via più certa. C’è da valorizzare quel 27% che vede il M5S primo partito in Sicilia. Ma, tra i militanti, c’è anche tanta delusione. E la compagna di Cancelleri, Elena, si lascia perfino andare alla commozione.

Ci pensa Di Maio, tornato in giacca e cravatta, a tessere allora le fila del rilancio. “Il nostro è un voto libero è un voto bello”, afferma il candidato premier riportando anche il senso del messaggio arrivato in queste ore da Beppe Grillo. “Gli altri vincono, bene, ma grazie agli impresentabili, grazie all’Udc che fino a ieri sosteneva Crocetta. Il loro è un voto infangato”.

Parole che, nel primo pomeriggio, Manlio Di Stefano traduceva con molta più durezza. “Siamo preoccupati del fatto che questo voto possa essere ricordato come quello dei grandi brogli”, affermava Di Stefano citando il caso delle dimissioni di 100 presidenti di seggi catanesi. Anche per questo, rilancia il M55 “oggi è la festa degli italiani liberi”.

E Di Maio, parlando della Sicilia, anticipa alcuni refrain della sua campagna per le Politiche che sarà basata molto sul concetto del M5S-contro tutti. “Qui siamo primi nonostante un sistema mediatico e politico poco corretto e zero finanziamenti”, spiega ai nisseni. “E’ una vittoria contaminata dagli impresentabili e dai media nazionali che hanno deciso di tacere”, incalza Cancelleri.

E nel mirino del M5S finisce il Pd: “è estinto, Renzi non rappresenta più nessuno”, attacca Di Maio che da domani, si butterà su una campagna provando a tenere tutto il Movimento compatto sulla sua leadership. Non a caso, già all’inizio della settimana prossima Di Maio sarà negli Usa per incontrare funzionari del Dipartimento di Stato e proseguire il tentativo di accreditare i 5 Stelle all’estero.

C’è però una sconfitta da analizzare. Una sconfitta che si annida a Catania, Messina o Palermo, dove ancora è tangibile il “peso” del caso delle firme false. Città dove il M5S non è riuscito a battere l’astensionismo. E, non a caso, Di Maio invita i gruppi locali “a responsabilizzarsi” in vista delle Politiche.

“Il nostro interlocutore sono i cittadini rassegnati”, spiega quasi imitando le parole dette in mattinata da Roberto Fico. Non si tratta di una virata sull’ortodossia ma, probabilmente, di una autocritica (velata, in pieno stile M5S) che investe anche quei meetup segnati, in tante località, da polemiche e tensioni interne. Anche perché, se è vero che il M5S esce dalla Sicilia da prima forza è anche vero che l’Isola da tempo, è una delle sue roccaforti.

(dell’inviato Michele Esposito/ANSA)

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