Il Bologna piange Perani, ala dell’ultimo scudetto

Bologna piange Perani, ala dell'ultimo scudetto
Bologna piange Perani, ala dell’ultimo scudetto.

 

BOLOGNA.- Dal suo piede destro, dopo una percussione sulla fascia, nacque l’azione del raddoppio nell’unico spareggio-scudetto nella storia della Serie A, vinto dal Bologna sull’Inter nel 1964. Marino Perani, morto a 77 anni dopo una lunga malattia, fu uno dei protagonisti dell’ultimo titolo dei rossoblù.

Dopo Ezio Pascutti, scomparso a inizio anno, se ne va in quest’anno che sembra dire bene ai rossoblù un’altra colonna della squadra che giocava come si gioca in Paradiso, disse una volta il suo allenatore Fulvio Bernardini. A centrocampo c’era Giacomo Bulgarelli, davanti stavano Nielsen e Haller, Perani giocava ala destra con il numero 7 e, proprio con Pascutti, formava una gran coppia di esterni.

Prima della sfida contro l’Inter di Herrera, Bernardini gli disse di occuparsi di Facchetti: “Lo devi contenere, poi riparti e lo fai impazzire”. Fu una delle chiavi del successo, l’ultimo dei sette trionfi del Bologna in Serie A, un momento glorioso che è ancora nella memoria di tanti bolognesi che lo vissero in prima persona.

Nato in val Seriana, da una famiglia di calciatori, cresciuto nell’Atalanta, costò al presidente Dall’Ara circa 80 milioni. Dopo una parentesi al Padova di Nereo Rocco tornò in Emilia dove giocò dal 1960 al 1974 per 415 partite, diventando il quinto giocatore con più presenze di sempre nel Bologna.

“Credo sia stato il giocatore più tecnico che abbia mai conosciuto, un atleta strepitoso che, secondo me, ha raccolto meno di quanto avrebbe meritato”, dice di lui Eraldo Pecci. Perani ha collezionato quattro presenze in azzurro e la partecipazione agli sfortunati Mondiali del 1966.

Dopo la carriera da calciatore, ha allenato per due volte anche il Bologna, portandolo fino a un settimo posto. Vinse un campionato in Serie B con il Parma, negli anni Ottanta. “Fu il primo tecnico che ha creduto davvero in me, dandomi l’opportunità di giocare da titolare”, racconta oggi Franco Colomba. “Marino è stato per me un compagno di squadra, ma soprattutto un grande amico”, dice Romano Fogli, uno degli ultimi della formazione dello scudetto, che con Perani ha condiviso 20 anni di vita.

“E’ uno degli eroi del nostro ultimo scudetto. Con i suoi dribbling, gli scatti e i suoi gol ha fatto sognare generazioni di tifosi rossoblù, che oggi lo piangono”, è il messaggio del presidente Joey Saputo, che lo ha conosciuto soprattutto nei racconti di chi lo vide giocare. I funerali si terranno venerdì alle 16, nella chiesa di San Girolamo della Certosa. Qualcuno ha già scritto che tornerà presto a giocare col numero 7: in Paradiso.

Lascia un commento