Questa é la storia di uno di noi…

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L’insegna della Pizzeria.

 

VALENCIA. – Oggi sono andato a trovare Giovanni Patano o per meglio dire Gianni, come tutti lo conoscono qui a Valencia, grazie al suo locale “Gianni’s Pizzas”, dove si possono apprezzare le sue favolose pizze.

È la prima volta che ci siamo conosciuti e nell’andargli incontro per stringergli la mano, la prima cosa che mi ha colpito, è stato il grande ottimismo e l’entusiasmo che trasmette nello sguardo e nella sua forma di parlare.

Ottimismo che si riflette anche nella sua vita… Aprire un’attività e soprattutto ingrandirla nella Venezuela di oggi, con una forte recessione economica e un’inflazione che, se non la più alta, sicuramente è tra le più alte del mondo, ci vuole grande fiducia, volontà e un’altissima dose di ottimismo. Sono delle grandi doti, essenziali per affrontare un futuro non certo roseo, in un paese economicamente distrutto. Doti che fanno parte di noi italiani, del nostro DNA, che ci ha permesso risorgere da 2 guerre mondiali, con un paese distrutto e senza risorse. Doti che abbiamo trasmesso in tutti i paesi dove siamo emigrati e abbiamo formato famiglie e generazioni.

Anche se Gianni non si definisce un vero e proprio emigrante, perchè dice che è venuto per scelta e non per necessità, come successe con i primi emigranti scappati dalla guerra e dalla distruzione.

Pugliese di Valenzano (Prov. di Bari), dove era impiegato e viveva tranquillamente, a partire dal 1997 cominciò a venire quasi tutti gli anni in vacanza con amici. Grazie al fatto che quest’ultimi erano rappresentanti di scarpe e giravano per il Venezuela visitando i clienti, Gianni, accompagnadoli nei loro spostamenti, ha avuto l’opportunità di viaggiare, conoscere. Alla fine s’innamora del paese, del clima, dei paesaggi, della sua gente e torna ogni volta che può.

In Italia, nel 2006, si laurea in legge, e deluso anche dal fatto di non ottenere il meritato aumento nel suo impiego, decide trasferirsi l’anno seguente in Venezuela. Diventa socio di un amico che ha una pizzeria e dopo 9 mesi apre un’altra.

Ricorda che nella sua precedente esperienza di venditore di scarpe, molte volte durante gli spostamenti era costretto a mangiare fuori, e quando chiedeva la pizza, sempre gli servivano prodotti di bassa qualità, che spesso non riusciva nemmeno a mangiare, prodotti industriali senza il vero sapore della pizza italiana. Cosa che lui ha voluto far conoscere nel suo locale, la pizza sottile, i pomodori freschi fatti con la “macchinetta a mano “ tutti i giorni, prodotti di alta qualità, il trucco della “massa della nonna”…, grazie a tutto ciò la sua pizzeria è diventata tra le più frequentate della città.

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L’interno della pizzeria.

Quindi Gianni trova l’amore della sua vita e si sposa, forma una famiglia e adesso si sente parte del Venezuela, un paese che gli ha dato molto di più. Alla domanda di cosa gli manca dell’ Italia, risponde: l’immediatezza , “il muoversi”, la passione per il lavoro che ha l’italiano, cosa che qui in Venezuela manca, anche se Gianni poco a poco è riuscito a trasmetterlo al suo personale che continua fedele anche dopo 9 anni. Per Gianni è importante la meritocrazia, dice: “Se vali, ti faccio stare bene. Non è importante prendersi tutto il guadagno, importante è creare una famiglia nel lavoro, quindi non solo offrirgli uno stipendio minimo, ma l’opportunità di avere una percentuale in base alla produzione”.

All’ultima domanda, forse la più difficile sul futuro del Venezuela, mi risponde con il suo ottimismo e dice che già siamo agli sgoccioli, siamo “alla frutta” come dicono in Italia, e arriverà molto presto il momento del cambio, di risalire, con l’importante differenza che mentre altri paesi come l’Italia non avevano risorse eppure ce l’hanno fatta, per il Venezuela ci vorrà meno tempo, perchè è un paese che nonostante tutto è ancora ricco di risorse…

Grazie Gianni per contagiarci con il tuo ottimismo, il tuo entusiasmo, e la voglia di progredire, nonostante le tante difficoltà, c’è bisogno di persone come te, per continuare ad avere fiducia in un paese che sembra non uscire da un incubo…

Angelo Di Lorenzo

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