Fmi: il reddito di cittadinanza può essere un’opzione, ma costoso

 

NEW YORK. – Il reddito di cittadinanza può essere un’opzione per combattere le diseguaglianze. Ma è necessario fare attenzione perché si tratta di uno strumento costoso, fino al 6,5% del pil per le economie avanzate, che non tutti i paesi possono adottare. E’ l’analisi del Fmi sulla base di uno studio condotto su otto paesi: Egitto, Polonia, Francia, Stati Uniti, Gran Bretagna, Brasile, Messico e Sud Africa.

Il Fmi non si lascia andare a opinioni dirette. ”Non è un’idea nuova” dice Victor Gaspar, titolare del Fiscal Monitor, riferendosi al dibattito che si è acceso in molti paesi sull’universal basic income. ”Il nostro obiettivo è contribuire al dibattito sull’utilità o meno” del reddito di cittadinanza, aggiunge Gaspar, mettendo in evidenza la complessità di valutare l’impatto di una sua possibile introduzione.

”Può essere un’opzione per offrire sostegno ai redditi in quesi paesi dove le reti si assistenza sociale esistono ma hanno dei limiti” spiega il Fmi. ”In un contesto economico in cui l’insicurezza del lavoro è in aumento, il reddito di cittadinanza può offrire una stabile fonte di reddito per gli individui e le famiglie, limitando l’impatto di shock”. Ma i costi possono essere elevati: fra le economie avanzate considerate dal Fmi raggiungono infatti il 6,5% del pil, mentre il quelle emergenti valutate il 3,8%.

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