Las Vegas, sparatoria nella zona dei casinò: 50 morti e 400 feriti

Las Vegas Metropolitan Police Department, lo sceriffo Joe Lombardo durante la conferenza stampa. EPA/LVMPD / HANDOUT
Las Vegas Metropolitan Police Department, lo sceriffo Joe Lombardo durante la conferenza stampa. EPA/LVMPD / HANDOUT

ROMA. E’ di almeno 50 morti e 400 feriti il bilancio aggiornato della sparatoria nella zona dei casinò di Las Vegas: il killer avrebbe aperto il fuoco dal 32mo piano dell’hotel Mandalay Bay verso la folla che assisteva a un concerto per il festival country “Route 91 Harvest”, nelle immediate adiacenze. Testimoni affermano di aver visto i bagliori degli spari. Un uomo sospettato di aver aperto il fuoco è stato ucciso.

”A questo punto non consideriamo la sparatoria un atto di terrorismo – afferma la polizia di Las Vegas – Sembra più un’azione di un lupo solitario”. Fra i morti ci sono due agenti di polizia fuori servizio: erano tra il pubblico ad assistere al concerto.

La polizia ha rintracciato Mary Lou Dandley, ma non è chiaro se sia sotto custodia della polizia. La donna, asiatica, avrebbe legami con il killer. Nata il 12 dicembre 1954, è considerata una ”persona di interesse” e viveva con l’aggressore. La polizia sta cercando anche due auto, una Hyunday e una Chrysler Pacific, registrate a nome dell’autore della sparatoria. Lo sceriffo chiede di consegnare i video della sparatoria perché potrebbe aiutare le indagini.

In un’intervista al l Mail on line Eric Paddock, il fratello di Stephen Paddock, ha detto che l’autore della strage non aveva alcuna affiliazione politica o religiosa e “non c’era alcuna indicazione che potesse fare una cosa del genere”. “Era uno normale. Qualcosa deve essere successo, deve aver perso la testa, siamo scioccati”. Eric vive a Orlando, mentre l’ultimo indirizzo di Stephen era a Mequite, in Nevada. I due non si sentivano spesso. La polizia ha riferito che nella stanza di albergo dell’aggressore di Las Vegas sono state trovate almeno otto pistole.

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