Gentiloni: “La ripresa c’è, ma attenti ai populisti”

Il Presidente Gentiloni interviene alla New York University. (Foto Ufficio Stampa Palazzo Chigi

NEW YORK,. – “L’instabilità geo-politica è ancora presente, ma nello stesso tempo il dinamismo economico e, in Europa, un rinnovato sentimento di fiducia per il nostro viaggio comune, stanno alimentando la speranza che stiamo andando verso tempi migliori”.

E’ prudentemente ottimista Paolo Gentiloni parlando ad una affollata platea di studenti e docenti alla Casa Italiana Zerilli-Marimò della New York University, alla vigilia del suo discorso all’assemblea generale dell’Onu.

Il premier non rinuncia a lanciare un monito che, pur se generico, sembra colpire i populisti non solo di casa nostra. “I maestri delle illusioni sono al lavoro, per assicurarsi che le legittime cause della rabbia e della frustrazione siano sfruttate al massimo, per motivi di potere e di vantaggio economico”.

“I maestri dell’illusione – ha proseguito – si riferiscono sempre ad un passato distante, un’età dell’oro che non è mai esistita”. “I reazionari del nostro tempo hanno scoperto che la nostalgia può essere una potente motivatore politico, forse anche più potente della speranza. Le speranze possono essere deluse, la nostalgia è irrefutabile”, ha aggiunto citando un libro di Mark Lilla e ammonendo che “i politici della falsa nostalgia possono essere potenti in tempi di tristezza”.

Gentiloni invece vuole guardare al futuro, confidando in quei segni di ripresa che in Italia “si sono trasformati in una indiscutibile crescita economica” costante dalla seconda metà del 2014, anche se avvisa che “dobbiamo essere prudenti e non perdere il momento nei nostri sforzi di riforma”:

“La nostra politica funziona”, assicura, elencando le riforme fatte dal governo ma riconoscendo che “ogni centesimo del credito per la ripresa economica va al duro lavoro delle nostre famiglie e dei lavoratori, al settore privato, ai nostri datori di lavoro e manager creativi nei nostri tradizionali settori di specializzazione e in quelli nuovi, ad esempio l’industria della scienza della vita”.

Due i ‘driver’ chiave del governo: continuare a migliorare le condizioni interne, anche con la prossima Finanziaria, e rafforzare l’Europa, dove “si sta aprendo una fase nuova”. Una Europa che “ha bisogno di politiche economiche più forti” senza fare dell’austerità la sua unica bussola.

Quanto all’Italia, che “qualche volta e’ dipinta come un Paese caratterizzato da una politica piccola e dall’instabilità politica”, Gentiloni ha ricordato che “i nostri fondamentali non sono mai cambiati dalla fine della seconda guerra mondiale” e che “la nostra buona prospettiva economica ci rende fiduciosi nelle possibilità che i nostri risultati possano solo aumentare la loro velocità negli anni a venire”. Un iniezione di fiducia anche per la comunità italiana che vive in Usa.

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