Siria: governativi oltre l’Eufrate verso bastione Isis

Siria: governativi oltre l'Eufrate verso bastione Isis
Siria: governativi oltre l’Eufrate verso bastione Isis

BEIRUT. – Forze russe e iraniane hanno guidato i governativi siriani nell’attraversamento del fiume Eufrate nei pressi di Dayr az Zor, ultima roccaforte urbana dell’Isis in Siria e in tutto il Medio Oriente: un successo militare e mediatico per Damasco e per i suoi alleati – Mosca e Teheran – che si propongono come “i liberatori” di un’area ricca di risorse energetiche e snodo del corridoio asiatico-mediterraneo.

Il prezzo di questa offensiva, che va di pari passo con l’avanzata di forze curde (sostenute queste dagli Usa) a est di Dayr az Zor, è l’uccisione solo nelle ultime ore di circa 60 civili, tra cui molti minori – e bambini – e diverse donne, secondo resoconti dettagliati e documentati di attivisti locali anti-Isis.

Le fonti governative siriane, russe e iraniane raccontano della “liberazione” di due località chiave sulla sponda orientale della periferia sud di Dayr az Zor: Mazlum e Marrat, di fronte al sobborgo di Jafra, vicino all’aeroporto internazionale tornato sotto il pieno controllo governativo dopo tre anni di assedio da parte dei jihadisti dell’Isis.

Proprio sulle piste dello scalo aereo è atterrato il primo velivolo carico di aiuti umanitari che giunge a Dayr az Zor dalla fine dell’assedio iniziato nel 2014. Per tre anni, circa 100mila tra militari governativi, loro familiari e altri civili della parte ovest della città erano stati intrappolati dall’Isis. Nei giorni scorsi l’Onu aveva inviato aiuti per la prima volta via terra da Damasco.

In seguito all’offensiva russa, iraniana e governativa siriana, la situazione militare a Dayr az Zor è ora ribaltata. L’Isis è circondato su tre lati: a ovest e a sud dalle truppe di Damasco, aiutate in maniera determinante dai pasdaran iraniani e da consiglieri militari russi; a nord dalle truppe curdo-arabe sostenute dagli Stati Uniti, interessati ad avere un ruolo nella partita per la spartizione delle risorse energetiche della Mesopotamia.

E’ arrivato l’annuncio ufficiale del passaggio sull’Eufrate da parte dei “cacciatori dell’Isis”, un raggruppamento delle forze speciali siriane guidato da ufficiali russi. L’aviazione di Mosca ha martellato da stamani Marrat e Mazlum proprio per aprire la strada all’avanzata di terra.

E proprio gli incessanti raid aerei russi – testimoni locali interpellati dall’ANSA parlano di circa 50 bombardamenti da stamani – hanno causato, secondo l’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus) e secondo gli attivisti anti-Isis di Dayrazzor24, la morte di oltre 50 civili, 23 dei quali minori (molti bambini) e 18 adulti, per lo più donne. Media russi e governativi siriani non confermano, ma parlano invece dell’uccisione di non meglio precisati “terroristi”.

Gli attivisti hanno documentato la morte di donne e bambini in diverse località, tra cui Marashida, Tayba, Muhasan, Mayadin. A Shmeitiya a nord-ovest di Dayr az Zor, sempre secondo Dayrazzor24, l’Isis ha abbattuto un elicottero militare governativo ma è impossibile verificare in maniera indipendente anche perché i giornalisti stranieri invitati dai siriani e dai russi a visitare il fronte non hanno libertà di movimento.

(di Lorenzo Trombetta/ANSAmed)

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